venerdì 18 luglio 2008

Lo spunto

LO SPUNTO (segue il commento)venerdì 27 giugnodi RITA SALAROMA Maurizio Costanzo, appena nominato consigliere del ministro dei Beni edelle Attività culturali, Sandro Bondi, racconta com’è andata: «Bondi è venutoa trovarmi il 6 giugno. Mi ha chiesto di lavorare per lui su temi e problemidel Teatro, che è la mia passione antica, la più vera e totalizzante. Lo pregaidi lasciarmi riflettere un po’. Dopo tre giorni ho detto sì. Ma specificando divolermi occupare anche di arte povera: le feste di piazza, il recupero delracconto dei vecchi, la musica popolare, le processioni, le sagre di paese, lelingue locali... Gli Italiani, è vero, hanno imparato l’idioma nazionale dallatv. Ma i dialetti hanno una forza e una capacità espressiva difficilmenteeguagliabili. Bisogna rivalutarli. L’ultimo a occuparsene seriamente è statoPier Paolo Pasolini».Costanzo, anche direttore artistico del Todi Festival,sottolinea come abbia già messo in pratica, nella città umbra, i suoipropositi: «Mi sono mosso, per il programma, proprio fra memoria e territorio.Lo spettacolo clou riguarda una storia locale finita tragicamente, quella diuna donna condannata al rogo perché accusata di stregoneria». Ancora, l’attenzione particolare che sarà data alle compagnie amatoriali: «La verapassione, ormai, sta lì, fra gli amateurs, nelle filodrammatiche. Avevo giàintenzione di bandire un concorso aperto a questi gruppi, facendo le finali alBrancaccio. A maggior ragione adesso, mi batterò perché un fenomenodisinteressato e vitalissimo trovi gli sbocchi e la visibilità che merita.Facciamo un ragionamento sui professionisti: oggi gli attori bravi preferisconola fiction, perché vengono pagati bene, ricavano dalla televisione una grandepopolarità e, per lavorare, non devono muoversi, sono prevalentementestanziali. Chi spende tempo ed energie, e affronta sacrifici pazzeschi perrecitare, sono invece gli attori delle compagnie amatoriali».Infine: «Tuttoquesto non l’ho scoperto ora, l’ho sempre avuto dentro. Le mie estati, dapiccolo, le ho passate tutte in Abruzzo, a Ortona a mare, il paese dei mieinonni. Quando c’era la sagra, camminavo davanti alla banda. Crescendo non hocambiato abitudine, solo posizione: camminavo dietro. Ma ero sempre lì,affascinato da quella riunione, dalla gente, dall’autenticità di suoni eparole. Anche le bande sono una ricchezza. Qualche tempo fa avevo pensato diriunirle, di far qualcosa per valorizzarne l’esistenza, e la passione, appunto.Ciò che chiamo arte povera, tradizioni, è questo. Accanto agli artisti ci sonosempre stati gli artigiani-artisti. E’ arrivato il momento di occuparsi diloro, di non tagliare alle Regioni i fondi che servono a mantenere in vita iloro momenti di espressione».

IL COMMENTOlunedì 30 giugnodi Benedetta Buccellato
Facciamolo un ragionamento sui professionisti.
Oggi gli attori di teatro - più o meno bravi- recitano nelle fictiontelevisive soprattutto perché non hanno dignitose proposte teatrali. O non nehanno affatto.Di teatro ce n’è poco, spesso malfatto, e gli “eventi” sono brevi e sporadici,confezionati, il più delle volte, ad uso e consumo dei moderni Principi (Statoo Enti locali) che li commissionano.
L’attore professionista, da una decina d’anni a questa parte, non ce la fa piùa vivere di solo teatro. Ecco perché si ritrova ad ingrossare il variegato castdella fiction televisiva, al fianco di veline e tronisti (quelli si, popolari eben pagati, oltre che sponsorizzati dai vari Presidenti).
Gli attori di teatro professionisti non sono abituati a rincorrere lapopolarità. Le loro priorità, da sempre, sono altre:la qualità dellamessinscena, il ruolo,la continuità del lavoro, un contratto dignitoso.L’attore di teatro professionista non si è mai fatto spaventare da una tournéelunga. Ha scelto di fare questo mestiere sapendo che il teatro italiano (quandoera vivo) era fatto di repliche in giro per l’Italia.L’attore professionista non si è mai fatto spaventare da sacrifici - più omeno “pazzeschi”- e ha sempre convissuto con la precarietà e l’assenza distanzialità.
Secondo Costanzo, da una parte c’è la fiction televisiva, dall’altra le festedi piazza.Da una parte l’appassionato amateur, dall’altra il disincantato e cinicoprofessionista.Da una parte una nobile povertà, dall’altra un’ansia di arricchimento.Non è così. L’artigianato, la povertà, la vitalità, il recupero della storia edel racconto dei vecchi,l’uso del dialetto e la passione sono stati edovrebbero continuare ad essere la ricchezza del teatro di tutta una Nazione.

I teatranti italiani, quelli professionisti, chiedono da sempre una legge euna nuova organizzazione del settore.Chiedono regole certe e trasparenti, chiedono la possibilità di poter essereattori per trecentosessantacinque giorni l’anno, di poter lavorare e poterricercare, chiedono che valgano le regole del palcoscenico e della preparazioneprofessionale. Chiedono di poter vivere di quel lavoro per cui hanno studiato esi sono preparati.
Tra una compagnia amatoriale e una professionale ci sono numerose differenze(così come tra un attore amatoriale e uno professionista): entrambe svolgonouna preziosa diffusione dell’arte teatrale. Entrambe, nelle loro specificità,vanno promosse e tutelate. Entrambe.
Non mi permetto di ricordare all’uomo di teatro Costanzo, la differenze trachi, nel tempo libero, suona la tuba nella piazza del paese e il giovane chedecide di trasferirsi in città, a studiare in un Conservatorio, facendo dellamusica il proprio lavoro e il proprio destino.
Mi permetto, invece, di chiedere al consulente Costanzo di adoperarsi pressoil Ministro affinché, in futuro, gli attori di teatro possano tornare a fareil proprio lavoro e possano scegliere tra la fiction televisiva e ilpalcoscenico.

P.S. Dottor Costanzo, mi perdoni, ma proprio non ci riesco a vederla come ilnuovo Pasolini. Anche la fantasia - popolare o di mestiere - ha un limite.


associazione per il teatro italianoartisti, operatori e tecnici

1 commento:

rsupiccoloteatro ha detto...

I COMMENTI


2-5 luglio 2008


a cura dell’ApTI-Associazione per il Teatro Italiano






*** 1


Facciamolo un ragionamento sui professionisti.


Oggi gli attori di teatro - più o meno bravi- recitano nelle fiction televisive soprattutto perché non hanno dignitose proposte teatrali. O non ne hanno affatto.

Di teatro ce n’è poco, spesso malfatto, e gli “eventi” sono brevi e sporadici, confezionati, il più delle volte, ad uso e consumo dei moderni Principi (Stato o Enti locali) che li commissionano.


L’attore professionista, da una decina d’anni a questa parte, non ce la fa più a vivere di solo teatro. Ecco perché si ritrova ad ingrossare il variegato cast della fiction televisiva, al fianco di veline e tronisti (quelli si, popolari e ben pagati, oltre che sponsorizzati dai vari Presidenti).


Gli attori di teatro professionisti non sono abituati a rincorrere la popolarità. Le loro priorità, da sempre, sono altre:la qualità della messinscena, il ruolo,la continuità del lavoro, un contratto dignitoso.

L’attore di teatro professionista non si è mai fatto spaventare da una tournée lunga. Ha scelto di fare questo mestiere sapendo che il teatro italiano (quando era vivo) era fatto di repliche in giro per l’Italia.

L’attore professionista non si è mai fatto spaventare da sacrifici - più o meno “pazzeschi”- e ha sempre convissuto con la precarietà e l’assenza di stanzialità.


Secondo Costanzo, da una parte c’è la fiction televisiva, dall’altra le feste di piazza.

Da una parte l’appassionato amateur, dall’altra il disincantato e cinico professionista.

Da una parte una nobile povertà, dall’altra un’ansia di arricchimento.

Non è così. L’artigianato, la povertà, la vitalità, il recupero della storia e del racconto dei vecchi,l’uso del dialetto e la passione sono stati e dovrebbero continuare ad essere la ricchezza del teatro di tutta una Nazione.



I teatranti italiani, quelli professionisti, chiedono da sempre una legge e una nuova organizzazione del settore.

Chiedono regole certe e trasparenti, chiedono la possibilità di poter essere attori per trecentosessantacinque giorni l’anno, di poter lavorare e poter ricercare, chiedono che valgano le regole del palcoscenico e della preparazione professionale. Chiedono di poter vivere di quel lavoro per cui hanno studiato e si sono preparati.


Tra una compagnia amatoriale e una professionale ci sono numerose differenze (così come tra un attore amatoriale e uno professionista): entrambe svolgono una preziosa diffusione dell’arte teatrale. Entrambe, nelle loro specificità, vanno promosse e tutelate. Entrambe.


Non mi permetto di ricordare all’uomo di teatro Costanzo, la differenze tra chi, nel tempo libero, suona la tuba nella piazza del paese e il giovane che decide di trasferirsi in città, a studiare in un Conservatorio, facendo della musica il proprio lavoro e il proprio destino.


Mi permetto, invece, di chiedere al consulente Costanzo di adoperarsi presso il Ministro affinché, in futuro, gli attori di teatro possano tornare a fare il proprio lavoro e possano scegliere tra la fiction televisiva e il palcoscenico.



P.S. Dottor Costanzo, mi perdoni, ma proprio non ci riesco a vederla come il nuovo Pasolini. Anche la fantasia - popolare o di mestiere - ha un limite.


(Benedetta Buccellato, attrice, Segretario dell’ApTI- Associazione per il Teatro Italiano)



*** 2


Se un guru della comunicazione come Costanzo intona il de profundis sul teatro professionistico è inevitabile cominciare a preoccuparsi seriamente sul destino di un’arte che ha in Italia una tradizione che non ha niente da invidiare ad altri grandi paesi europei. Quello che invece ha da invidiare è l’atteggiamento e l’uso che ne fanno paesi come la Germania e la Francia, che verso la loro tradizione conservano un rispetto ed una venerazione davvero, quelli si, invidiabili. Non così da noi. Il teatro professionistico in questo paese si è strutturato a partire dal dopoguerra nei teatri stabili e in molte grandi compagnie private che hanno contribuito non poco alla costruzione di una coscienza civile e di un humus culturale. La televisione, a partire dagli anni ’50, ne certificava la valenza culturale e formativa, oltre che di divertimento, proponendo commedie e tragedie in prima serata, nelle quali recitava il fior fiore degli attori italiani. Lentamente, ma inesorabilmente, con l’affermarsi di un modello televisivo sempre più appiattito su schemi di tipo commerciale e indirizzato a consumatori più che a cittadini, il teatro in televisione è scivolato verso la notte sempre più fonda, verso ore da vampiri e zombies. Senza nulla togliere ad un fenomeno che ha una sua rilevanza come il teatro amatoriale, di cui Costanzo si propone paladino, vorrei modestamente far rilevare che trattasi di contesti del tutto non comparabili. E che, se è legittimo che il medico o l’avvocato o il droghiere impieghino il loro tempo libero come meglio credono, è altrettanto legittimo, se non doveroso, che a chi ha dedicato la propria vita all’affinamento della tecnica, frequentando scuole qualificate, operando scelte a volte dolorose in nome della qualità e della professionalità, venga garantito un livello di vita dignitoso, la possibilità di fare il proprio mestiere senza essere costretto a vivere di fiction o spot pubblicitari. Accade oggi il fenomeno inverso: la tv invade con i suoi personaggi le sale teatrali come si può facilmente verificare scorrendo i cartelloni di alcuni teatri. Povero Yorick, i becchini stanno allegramente e coscienziosamente ricoprendo il tuo teschio pensoso!


(Antonio Francioni, attore, vice-Presidente ApTI, segr.naz.SAI- Sindacato Attori Italiani)


*** 3


Penso che ci si debba confrontare con questo nuovi-vecchi interlocutori in maniera schietta e trasparente... Bisognerebbe impegnarsi per far circolare e pubblicare questo breve scambio di opinioni che è molto significativo.

(Amedeo Fago, regista)


*** 4

Ho letto l’intervista al nuovo Pasolini....

Un 'aggiunta andrebbe fatta : molto spesso a noi attori professionisti di teatro, più o meno meritevoli, neanche è permessa la scelta tra la fiction e il teatro...
Perchè come anche le più recenti cronache ci dimostrano, le parti in tv sono rivestite da chi , molto più in gamba di noi attori ormai d'archivio, riesce a porre sempre la stessa pigolante richiesta all'Orecchio Giusto !

Così c'è una discreta fascia di ormai prossimi attori quarantenni, del tutto uccisi e soffocati dai propri indegni padri ( questo si che lo diceva Pasolini) che aspetta solo che schiattiamo per poter definitivamente pensare che loro , il potere , non lo perderanno mai...

W le feste di paese, le compagnie amatoriali
Certo è che loro non fanno nè paura , nè hanno molto da chiedere...e poi fa tanto Italia...

In questo mare di cialtroneria sempre più istituzionalizzato , quale miglior panorama se non quello di difendere gli amatori privi di professionalità o di mostrare il mondo lavorativo dello spettacolo come un luogo banalmente dicotomico, diviso tra vittoriosi (attori fiction) e impotenti (gli amatoriali) ?

Quanta amarezza...


(Ilaria Di Luca, attrice)


*** 5


Personalmente lancerei un appello alle filodrammatiche, alle bande, ai cori e a tutte le decine di migliai di entusiasti amatori che secondo una tradizione secolare animano le piazze italiane, specialmente d'estate: GUARDATEVI DA COSTANZO! vi ha messo gli occhi addosso, è come il pedofilo che concupisce l'innocente: non tacete, parlate se vi vengono fatte profferte, cacciatelo a calci in culo, non diventate complici e, come dice Steve Jobs (il grande amateur, cretaore del Mac): rimanete affamati, rimanete stupidi... (stay hungry, stay stupid...).


(Claudio Vitali, operatore culturale)


*** 6

Mi sembra per lo meno curioso che un uomo di spettacolo come Maurizio Costanzo si auguri un ritorno al teatro amatoriale. Ma se così fosse, non vorrei che le filodrammatiche riuscissero ad occupare gli spazi più o meno gloriosi dei nostri teatri, sottraendoli a chi ha fatto di questo mestiere la sua unica professione.Per quanto riguarda gli “attori bravi” che preferiscono la fiction per guadagno e popolarità, rispondo che è vero, ma che questi “attori bravi” non saprei identificarli, mentre vorrei sapere quanti di questi “attori bravi” che fanno esclusivamente fiction, saprebbero affrontare il pubblico dalle tavole di un palcoscenico.

(Massimo Dapporto, attore)


*** 7

STRABUZZO GLI OCCHI!!!!!!!!!!!!!!!
SEMBRA SEMPRE CHE SI TOCCHI IL FONDO, MA POI....
ECCO CHE TI ARRIVA LA NUOVA CHICCA, FRESCA FRESCA,
CHE AFFONDA LA LAMA NELLA GIA' TANTO VITUPERATA CARNE!!!!!!!!!!

(Valentina Martino Ghiglia, attrice)


*** 8 Caro dott. Costanzo, mi creda riguardo alla fiction, la farei, ci ho
provato diverse volte, ma più di qualche giornata di lavoro non mi fanno
fare, perché i meccanismi sono altri. Quindi come io da MORTO DI FAME mi
tengo il teatro, lei, per cortesia, ne stia fuori e pensi alle sue belle
trasmissioni e ai suoi tronisti...

(Pino L'Abbate, attore, Napoli)



*** 9
Ma dove è apparsa questa roba di costanzo?
CHE DISASTRO TUTTO.

(Valentina Fago, attrice, Parigi)


*** 10

…siamo veramente indignati, dalle parole del dottor Costanzo, noi poveri attori
destinati ad accettare di partecipare a sporadiche apparizioni
televisive (fiction) per poter sbarcare il lunario...... spesso per
poter fare due pose bisogna essere segnalati oppure fare
provini......dopo 25 anni di onorato mestiere.
Povero teatro in attesa di una legge da 50 anni; povero paese il
nostro; ma non dobbiamo mollare, combattere, resistere,
agire!!!!!!!!!

(Paolo Lorimer e Cristina Borgogni, attori)


*** 11

Quanto ho letto riferito da Rita Sala mi ha lasciato senza parole!!!! Ma del resto sappiamo da sempre che Costanzo è un uomo per tutte le stagioni, P2 compresa.... Il suo senso etico credo lo abbia sotto le scarpe, compreso il vero e autentico Valore Teatro.
Del resto nel volume uscito nel 1977 della Enciclopedia dello Spettacolo, ad un certo punto nella voce "Amatori, teatro degli" si dice: "La frequente ambizione delle compagnie filodrammatiche di uniformarsi al modello del teatro professionistico finisce per costituire un grave limite, e spiega perchè da esse non sia emersa finora alcuna nuova idea di teatro, nè sul piano drammaturgico nè su quello interpretativo"
Per la mia approfondita conoscenza del teatro in Veneto, posso assicurarti che decine di compagnie "amatoriali" in realtà tali non sono: può essere considerata amatoriale una compagnia che fa oltre cento recite all'anno? E il Veneto nel campo amatoriale è la prima regione in Italia. Conosco persone che con questa attività si sono fatte la casa in montagna o al mare!!! Perchè è tutto, ma dico tutto svolto in nero. La prima cosa che dovrebbe fare il "poeta" (!!!) Bondi sarebbe di incaricare la Guardia di Finanza a svolgere sulla maggior parte di queste strutture una seria indagine: ne verrebbero fuori di tutti i colori...


(Carlo Manfio, operatore teatrale)




*** 12


Chissà perchè gli attori sono sempre il bersaglio preferito dei potenti...
(Sandra Franzo, attrice)



*** 13

…Cosa si pretende dal signor Costanzo: quello che ha aperto
i palcoscenici TV al peggio del peggio. Quello della De Filippi,
dei Tronisti, di Amici, etc.etc.

E c'ha pure pensato prima di accettare?............

Lo spazio che da anni si da ai dilettanti è scandaloso e antieducativo.
Se Costanzo si facesse un giretto tra le compagnie amatoriali
si accorgerebbe che non hanno niente di amatoriale...sono spesso
presuntuosi e arroganti e ce l'hanno a morte soprattutto con noi
professionisti;sono pregni di tutti i nostri difetti, ma privi dei nostri pregi, privi
soprattutto di qualità interpretativa.

…è la fine del Teatro in cui Noi 56enni
abbiamo creduto.

La cosa più assurda è che la nostra qualità, imparata in anni e anni
di tournée rischia di essere,oggi, un difetto.

Caro Costanzo che dio ti perdoni, perché io non ci riesco.

(Daniele Griggio, attore)




*** 14


Anni fa (circa 20, era agli sgoccioli l’era di Craxi, l’inizio della rovina italiana) un mio testo venne rifiutato dalla nuova collana teatrale della Ricordi (bisogna sempre fare nomi e cognomi) perché “troppo colto”. Detesto la spocchia dello pseudointellettuale snob, ma mi pare ancora più vomitevole il becero populismo di oggi. Pasolini usava il “popolo” come materia della sua opera, a cui dare la propria voce di artista, non lo usava (e stravolgeva) come pagliaccio acchiappa consensi.

La premessa per dire che viviamo tempi bui, nei quali il merito, la professionalità, e l’etica della professionalità, danno fastidio. Sono con voi!


(Dino Villatico, critico musicale e autore teatrale)



*** 15

Eccoci qua, di nuovo in prima linea…e meno male…forse bisognava toccare
il fondo per riuscire a capire che la voragine che abbiamo permesso che
si aprisse da dieci anni a questa parte era infinita e prima o poi
avrebbe finito per coinvolgere tutti gli attori di buona volontà, tutti
coloro che vivono di questo mestiere ma non vogliono cedere ai facili
salotti, da tre minuti televisivi, dove fra uno
stacchetto musicale e la Pubblicità progresso “L’attore” di fiction,
modello vincente dell’Italietta televisiva post-craxiana e di
conseguenza Berlusconiana, Dalemiana e comunque malsana, può declamare
per due tre minuti qualche sommo poeta e drammaturgo.

Diffido dei vari Costanzi, che hanno solo la responsabilità di avere
creato in questo “ventennio” il terreno per l’indifferenza che ci
accomuna…per il nepotismo che contraddistingue ormai da anni l’arte del
teatro e annessi e connessi.


Ho sempre sostenuto l’idea che fosse necessario creare un circuito
amatoriale, e un circuito professionale; ma spesso anche per chi fa
questo lavoro da vent’anni e sottolineo che ne ho trentasette, ci si
trova di fronte ad una scelta: o affiliarsi a qualcuno (quasi
impossibile se non ti abbassi i pantaloni o cede ai loro ricatti) o
provare a mettersi in proprio tra mille difficoltà, dove fino a quando
non diventi un possibile Rivale (parlo per coloro che vivono di
contributi) sei un eterno allievo, quando cominci a diventare
pericoloso, sei un semi-professionista.
E parlo sia di circuiti stabili, che di ricerca:
Penso alla tristezza di un festival come Todi, che adesso sarà
occupato da rassegne di teatro televisivo…
Ebbene come tanti festival italiani era sempre gestito da gruppi di
amici in cui era molto difficile entrarci.

L’arte dovrebbe essere l’unico motivo di scelta in una programmazione,
a dispetto dei vari baratti e dei molteplici interessi politici ed
economici.

Il sindacato dovrebbe sicuramente lottare contro queste tendenze
suicide del settore, allora si che queste proposte demenziali, che
uccidono il teatro, gli attori e il settore, seguendo un preciso
disegno, evitare di far pensare il pubblico, evitare che la gente
drogata dalle varie Centovetrine, o Gente di mare, possa riprendere a
scegliere oltre il modello coattamente imposto da loro.


Per quel che riguarda l’argomento di Costanzo inerente al teatro
povero…dovrebbe forse studiarsi Grotowsky, Barba…etc…

Inoltre i suoi ricordi da bambino, ossia del teatro del ricordo, che lui in qualche modo attribuisce al teatro amatoriale quale puro detentore di questa arte da “salvare”, è materia tuttora viva di tutta quella corrente che conosciamo come teatro di narrazione e che ha visto in grandi interpreti quali Marco Paolini (che col suo Vajont fece in Tv quasi tre milioni e mezzo
di spettatori) Marco Baliani, Laura Curino (e potrei citarne altri cento), etc…i suoi massimi esponenti.

Allora smettiamola di stupirci cosa ci aspettavamo da questi
"signori"?

Cerchiamo di salvare il salvabile, facciamo pure le petizioni ma cambiamo atteggiamento anche nel nostro piccolo evitando di reiterare meccanismi che poi riproducono in grande ciò che adesso si prelude come un vero e proprio disastro per tutto il teatro italiano.


(Fabio Marceddu, attore)





*** 16

…Considero la frase "oggi gli attori bravi preferiscono la fiction, perché vengono pagati bene, ricavano dalla televisione una grande popolarità e, per lavorare, non devono muoversi" un'affermazione di parte, poco informata e tipica di chi guarda in una sola direzione. Oggi alcuni attori bravi fanno anche fiction, ma molti altri attori bravi fanno la fame o poco di più. La successiva frase "Chi spende tempo ed energie, e affronta sacrifici pazzeschi per recitare, sono invece gli attori delle compagnie amatoriali" a mio parere è anche peggiore della prima: il tempo, le energie e i sacrifici che ho visto e vedo spendere da giovani allievi, ma anche da chi è da tempo professionista sono tanti e non meritano un "invece" che considero insultante. Concludo dicendo che certamente va dato spazio e valore al talento e al merito e non alle clientele di vario tipo, certamente va ripensato tutto il sistema di potere, spesso marcio, che ha regolato malissimo il traffico nel mondo dello spettacolo in Italia, ma affermo che quello che intravedo delinearsi nei concetti e nelle affermazioni del signor Costanzo non è migliore, ma solo diversamente sbagliato.


( Danilo De Girolamo, attore)


*** 17


…sono rimasta senza parole!!! Mi viene un altro atroce dubbio ...e il FUS come ce lo spartiscono? Di quel che resta dopo la Lirica, le Fondazioni, I Teatri Stabili e gli Amatoriali a noi che ci resta? ...organizziamoci prima che ci tocchi cambiare lavoro!!!


(Silvia Luzzi, attrice)




*** 18


Anch'io sono meravigliato, ma non più di tanto, visto come ormai da parecchi
anni vanno le cose in Italia. Trovo la "filosofia" di Costanzo agghiacciante,
per diversi motivi. Innanzi tutto questa idea romantica del teatro amatoriale,
quasi omologato al teatro povero, di strada, straccione eppur portatore di
tradizione e verità è del tutto falsa. Semmai sono le piccole compagnie
professionali composte da giovani a portare avanti un certo tipo di discorso
sull'essenza della teatralità.
In secondo luogo il teatro amatoriale fa molto male al teatro Vero, per
svariati motivi. Inannazi tutto svilisce, con la sua mancanza appunto di
professionalità, il senso "sacrale" dell'atto teatrale (ve la immaginate una
messa recitata dal fruttivendolo sotto casa?), abitua lo spettatore già
lobotomizzato dalla tivù a una messa in scena di qualità scadente, lo
diseduca.
Inoltre il teatro amatoriale è l'esatto opposto del teatro di ricerca. Per
sua natura (e per questo l'ho sempre evitato come la peste anche quando da
ragazzo fresco di diploma ero disposto "a tutto" pur di recitare) non cerca
linguaggi diversi, innovativi, non scava a fondo su nulla (ricordiamoci che il
teatro amatoriale mette in scena un Goldoni in una settimana e uno Shakespeare
in dieci giorni provando si e no tre ore la sera...), non vuole neppure
scuotere le coscienze, ma si omologa, scimmiottando il teatro ufficiale o,
peggio, riproducendo stili televisivi. Parlando dei testi, poi, non basta
scrivere in dialetto per scrivere letteratura teatrale. Il dialetto ha
sicuramente il merito di avvicinare un pubblico, di tramandare una cultura, ma
da qui a usarlo come unico parametro di qualità è a dir poco ridicolo.
E ora veniamo all'essere attore, che è il discorso che più mi sta a cuore. Un
attore amatoriale non potrà mai affrontare la grande sfida che a un essere
umano che decide di fare questo mestiere si chiede: cioè diventare strumento,
diventare sacerdote (termini, per carità da prendere con la dovuta autoironia,
ma in fondo l'attore altro non è che un folle molto saggio, un buffone
serissimo) conoscere se stesso attraverso l'atto tetarale. Immergersi
completamente (anche durante gli ahimé lunghi periodi di disoccupazione) in un
corpo, in una voce, che non sono qualunque ma che sono dedicati alla
rappresentazione della realtà. Attori si diventa, si è, con il lavoro
quotidiano. E' svegliarsi la mattina è sentirsi investiti dal compito di
osservare la realtà in un certo modo per poterla poi riprodurre (e rivivere), è
esercitare se stessi a reagire alle sollecitaizoni della vita di tutti i giorni
con l'interezza del proprio corpo, delle proprie potenzialità emotive, è
allenamento. E' insomma un lavoro a tempo pieno!
Per finire, il teatro amatoriale, per lo meno come lo si fa in Italia, è un
teatro del dopolavoro che non chiede sacrifici (al contrario di quello che dice
Costanzo), non chiede abnegazione, non esige rispetto e sacralità, non
costruisce un'etica, non si fa portavoce di niente. E, non da ultimo, non vuole
in cambio qualcosa di importante comeun giusto compenso (il denaro, cioè
energia per vivere).
Salviamo le tradizioni popolari, quindi, le sagre di paese, l'artigianato
locale, ma facciamo che un atto importante e utilissimo alla collettività come
quello teatrale sia svolto da chi si impegna, studia e vi si rivolge con un
pensiero di profondità, di abnegazione e di rispetto.

Luca De Bei (autore teatrale)



*** 19





Siamo sconcertati, avviliti e profondamente nauseati dalla deriva devastante del nostro ingrigito mestiere.

Le dichiarazioni di Costanzo sono populiste e profondamente ipocrite,denunciano le dichiarazioni di un uomo che non conosce assolutamente un attore di teatro che sia uno !

Costanzo è un uomo che non si è mai spostato da casa sua e dal Parioli per andare a vedere qualcosa che non esuli dalla sua risicata cerchia di artisti scalcagnati di serie B (Platinette, i ragazzi di Amici, Paolo Calissano e altra attrezzeria di infimo ordine).

Costanzo non conosce attori di talento, Costanzo non conosce attori, tranne i suddetti e quelli insulsi che proliferano in quelle oscene fiction di canale 5.

Oggi si monta una compagnia di giro prendendo due o tre nomi televisivi (disastrosissimi in scena) e quattro comprimari con 40 anni di teatro alle spalle, peraltro utilizzati in ruoli di contorno con una paga da fame.I registi di questi osceni allestimenti sono amebe , succubi dei protagonisti. I produttori privati sono dei cialtroni,che utilizzano il massimo dello sforzo economico solo per il protagonista, lasciando lo spettacolo, la scena, la regia e l'interpretazione al naufragio.

Gli attori italiani non hanno modo di scegliere fra fiction e teatr ,semplicemente perchè, bene che gli vada, un attore di grande talento riesce a fare a malapena 10 pose all'anno e una tournée di tre mesi, con una marea di buchi di programmazione e i riposi non pagati!

I cartelloni dei teatri ufficiali sono popolati esclusivamente da decenni dai soliti nomi e non c'è ricambio generazionale.

I direttori artistici dei teatri hanno le loro lobbies e fanno lavorare solo la loro cerchia di ruffiani.

Il talento non è un investimento, anzi un pericolo assoluto e va represso o cancellato.

In ambito televisivo c'è una tale orda di attori e attrici raccomandatissime da imporre che le storie sono popolate da 400mila personaggi, agli altri interpreti restano le frattaglie.

Bene che ti vada ti propongono un protagonista di puntata per un totale di TRE pose !!!! (Con le quali campi a malapena fino al 15 del mese successivo)

Le logiche di spartizione e distribuzione dei ruoli, nell’ ambito del casting, sono aberranti: provini inutili ,con i cast già imposti e definiti dalla rete, dai politici e degli amici degli amici...

Che dite? Adesso che Costanzo punta sulle bande di paese...avremo qualche chance suonando il tamburo o i piatti?



(Attori associati)



*** 20



…quello che più avvilisce in questa vicenda è la totale mancanza di
competenza da parte del soggetto in questione e ancora più avvilente è la
scelta del ministro che, tanto per non essere da meno, si affida a
incompetenti, purtroppo!!!


(Carlo Cartier, attore)




*** 21


Carissimi (rigorosamente in o.a.)

Attori Associati,
Cristina Borgogni,

Benedetta Buccellato,
Carlo Cartier,
Margherita Casalino,

Massimo Dapporto,
Luca De Bei,
Danilo De Girolamo,
Ilaria Di Luca,
Amedeo Fago,
Valentina Fago,
Sandra Franzo,
Valentina Martino Ghiglia,
Daniele Griggio,
Paolo Lorimer,
Silvia Luzzi,
Carlo Manfio,

Fabio Marceddu,
Senza Firma,
Dino Villatico,
Claudio Vitali,


compagni di sogni e sventure, uniti dal dolore, sì, perché “loro” non lo sanno quanta sofferenza si sia ormai stratificata. Non c’è un tono superfluo, una stonatura nei vostri commenti, anche i più rabbiosi. Li condivido tutti, esattamente nel senso che li vivo insieme a voi, ne conosco le sfumature e il sapore. Atroce è pensare che colui che dovrebbe occuparsi di teatro sia la stessa persona che incentiva, promuove, o semplicemente sostiene quel modello che – così come per gli Shakespeare citati allestiti in dieci giorni – condensa in pochi mesi di attività televisiva, una probabile carriera e condanna nuovi sognatori ad un destino di sofferenza. Sia chiaro, l’urgenza di fare il nostro mestiere si alimenta anche con qualche ingiustizia e
qualche periodo di disoccupazione, ma leggere le dichiarazioni del “carnefice” – non me ne voglia – risulta nel migliore dei casi pura provocazione. Di alcuni di voi ricordo il volto, di altri le performance. Per tutti esprimo totale solidarietà. Di alcuni di voi ricordo il volto, di altri le performance. Per tutti esprimo totale solidarietà, e fra tutti estraggo dalla memoria il ricordo di Benedetta interprete de “La Donna Serpente”. Ero ancora studente, forse ero già al primo anno della Scuola del Piccolo, di lì a poco sarei stato immatricolato Enpals, giovanilmente fiero e ingenuo sognando di fare anch’io quel TEATRO lì.


(Dario Manera, attore)




*** 22



…Io non ho nulla contro gli amatoriali… Oltre tutto esistono compagnie amatoriali di gran livello. La cosa che non mi convince di questi “aiuti” che gli si vuole dare sta nel fatto che le compagnie amatoriali sono già aiutate in tante cose. Mi spiego. Gli amatoriali non sono tenuti a pagare contributi, gli amatoriali hanno accesso a qualunque testo teatrale, gli amatoriali hanno sgravi fiscali e pagano una cifra molto ridotta di SIAE. Tutto questo li fa diventare concorrenziali. Prendiamo le tante feste di piazza di cui si parla nell’articolo, una compagnia amatoriale non dovendo pagare tutte queste cose diventa di una concorrenza impossibile da battere. Ho visto serate strappate ai professionisti solo perché gli amatoriali portavano in scena una commedia con 15 persone per un costo di € 500. Come faccio a competere con questo? Ma gli amatoriali hanno la passione per questo e fanno dei sacrifici per portare avanti un sentimento vero, mentre i professionisti sono persone che hanno ereditato questo lavoro, a loro non fregava nulla di farlo, volevano fare gli avvocati, gli ingegneri, i commercialisti.

Io ho 32 anni ho passato metà della mia vita sul palcoscenico e non ho mai fatto l’amatoriale per il semplice motivo di aver debuttato a 16 anni con il Teatro Stabile di Catania. Ho fatto la mia bella gavetta, ho studiato tanto, poi a 25 anni ho preso la mia bella valigia e sono venuto a Roma. Io non ho una famiglia ricca, quindi mi sono arrangiato. Sacrifici tanti e non ho ancora finito di farli. Ho anche fatto parte di una Fiction, forse una delle migliori in Italia,”Il commissario Montalbano”, ma stranamente dopo anni mi hanno fatto fuori senza nessuna spiegazioni (questo perché è facile fare fiction). Poi un giorno, stanco di non riuscire a fare ruoli giusti nonostante i sempre complimenti da parte di chiunque per la mia bravura… decido di mettermi in proprio. Formo una società di produzione e produco spettacoli teatrali con professionisti. Inutile menarla raccontando la follia burocratica che ci vuole per tutto questo (e poi dicono aiutiamo l’imprenditoria giovanile), avessi fatto una compagnia amatoriale oggi mi ritroverei con un sacco di soldi in più. Cmq la mia società offre prodotti di grande livello e i numeri mi danno ragione. Ho prodotto uno spettacolo che ha fatto quasi 300 repliche in Italia, che è stato visto da 40.000 persone, che ha vinto il “PREMIO CHARLOT” come commedia emergente dell’anno e che il Teatro Parioli ha rifiutato di avere nel proprio cartellone, ma io non sono uno degli “Amici” né tanto meno un amatoriale. … Pensate che non ho nemmeno una sovvenzione pubblica o privata e non posso neanche fare i concorsi riservati agli amatoriali perché professionista. Ma questa non è passione…La mia è soltanto follia, la follia di una persona che poteva fare l’avvocato o il commercialista come tanti amatoriali fanno, ma che ha scelto una vita diversa… Non mi arrendo, sono convinto che la qualità prima o poi paga. E se mi andrà male, beh potrò sempre rimettermi alla clemenza di una compagnia amatoriale che mi scritturi ad una cifra giusta per pagarmi una pizza, senza contributi per la pensione tanto io faccio anche un altro lavoro, questa “cosa del teatro” è solo amore e passione e, si sa, per le passioni non c’è prezzo….ma per il resto c’è Costanzo o Mastercard, fate voi.


(Marco Cavallaro, attore e produttore )





***23


Sono un giovane regista di spettacoli di teatro sempre interamente autoprodotti che si è trovato a collaborare sempre con attori professionisti che con enormi sacrifici (prove gratis ecc.) hanno contribuito a una buona riuscita del lavoro nonostante le ristrettezze. Mai ho ricevuto aiuti, fondi per poter pagare bene le professionalità che ci sono, e che non sempre sono così famose. Assurdo aiutare amatori che fanno un altro lavoro per vivere e non valorizzare professionalità che semmai non sono alla ribalta dei giornaletti di gossip e che non hanno raccomandazioni presso chi decide chi recita nelle fiction.

iL TEATRO NON SOLO E’ CULTURA, MA E’ ANCHE ECONOMIA, INDOTTO…E’ MIOPIA PURA TAGLIARE I FONDI ALLA CULTURA E AL TEATRO, TAGLIARE LE GAMBE AI GIOVANI E LE LORO IMMENSE POTENZIALITA'.



(Francesco Piotti, regista)




*** 24


Se ci sono attori bravi nelle fiction sono spesso attori che vengono dal teatro. Fare un ruolo in una fiction equivale alle possibilità di vincere il super-enalotto. Senza conoscenze poi è praticamente una questione religiosa, ci devi credere.

Il teatro per i professionisti è soprattutto passione, fatica, impegno, dedizione, non un ripiego. Non ci si guadagna molto a fare teatro, lo si fa solo perché senza non si può stare, perché quello è il modo che conosciamo per esprimerci, per esistere, per dire qualcosa.

Ma Costanzo sa quanto guadagnano gli attori che vanno per mesi in giro per l’Italia, con diarie da fame? E Bondi lo sa? Sa qual è la vera condizione in cui molti di noi si trovano? E soprattutto, li frequentano i teatri, quelli veri? Non quelli che fanno solo operazioni commerciali, come il Brancaccio. Beh, si informassero meglio sui fatti, e magari pensassero di fare qualcosa per i professionisti che la cultura cercano di farla nelle cantine senza nessun supporto, spesso con pochissimo denaro.

Che si vergognino a mancare così di rispetto a gente che lavora sodo e spesso nell’ombra.

Perché mai un bancario che una professione remunerata mensilmente ce l’ha, dovrebbe portare via il pane a noi che siamo stati precari quando il precariato nemmeno esisteva, solo in funzione del fatto che il bancario dedica due ore, due giorni alla settimana, al suo passatempo? Ben inteso che il suo impegno io comunque lo rispetto e ritengo vada tutelato nella giusta forma e con la adeguata attenzione. Non a discapito del professionista!

Certo, è vero che per noi italiani cultura è sagra della salsiccia o della tagliatella, ma ambire a qualcosa di più?

Concludo dicendo che ho come hobby il gioco del calcio, chissà se Lippi mi concederà di giocare in Nazionale in quanto amatore appassionato.

P.S. Dott. Costanzo, ho un amico appassionato di giornalismo, fareste mica a cambio? Lui è disoccupato!

(Maurizio Repetto, attore e Gloria Sapio, attrice)




*** 25


Credo che l'intervista si commenti da sé, è solo molto triste vedere che chi decide del lavoro dell'attore è un signore che di teatro non ne capisce nulla, riprova i flop conseguiti con la gestione (si fa per dire) del teatro Brancaccio che è passato dalle Stelle di Proietti alle Stalle di Mediaset con pseudo attori, veline, tronisti, ex e chi più trova da mettere aggiunga.

D'altronde da quando la destra ha prodotto cultura?


(Daniela Maestri, agente)





*** 26


Che dolore sostenere tutta l’amarezza che si legge nei commenti, ciascuno dei quali dice la verità e urla la propria rabbia, ma il Sig, Costanzo Maurizio che è un “uomo di teatro” non lo ascolterà perché starà dietro a qualche banda che lo assorderà. Non vorrà sapere il vero stato degli attori italiani professionisti perché,altrimenti, da “uomo di teatro”, qual è, dovrebbe “consigliare” qualcosa di diverso al nostro amato-riale Ministro. Mi permetterò di consigliare, al Sig. Costanzo, di venire a vedere le compagnie di attori professionisti, che scelgono di non godere delle sovvenzioni ministeriali per essere artisticamente libere, quale amore e quanta passione mettono nel loro lavoro, che sforzo resistere senza farsi “inghiottire” da un teatro ufficiale, descritto così fedelmente dai precedenti commenti. Vada a vedere lo schifo che c’è nelle proposte e nei comportamenti culturali degli amatoriali che gravitano nelle parrocchie e filodrammatiche e, già che è uscito dai suoi regni, alzi lo sguardo e osservi attentamente quanti attori professionisti sono costretti a fare gli impiegati-amatoriali nei negozi, nei call center, nei pub,nelle scuole, negli uffici, per sostenere la propria sopravvivenza e la libertà di ricerca teatrale. Venga a dare un’occhiata nel mondo delle Associazioni Culturali professioniste, gli si apriranno nuovi orizzonti. Che spalanchi a loro le porte del Brancaccio e apra per loro le sue borse !

(Luisa Stagni, attrice-regista, Presidente della Consulta della Cultura Municipio XII Roma)



*** 27



…Forse il signor Costanzo non frequenta altri teatri se non il Parioli e non
vede la fatica, l'energia, la passione, la difficoltà, il sacrificio, l'uso
di danaro proprio che centinaia di professionisti fa per riuscire a fare
teatro. Forse non sa che al di là dei teatri stabili e delle compagnie
sovvenzionate ,che comunque offrono paghe sindacali e prove pagate a
forfait, (escludendo automaticamente una enorme quantità di professionisti
per non pagare il dovuto), esiste un tessuto culturale immenso e tenuto vivo
praticamente a nostre spese , dove alcuni di noi fortunati che fanno qualche
fiction, le fa per sovvenzionarsi l'attività teatrale...

(Lydia Biondi, attrice)





*** 28



… facciamo qualcosa,
facciamoci sentire,
URLIAMO
tramite questa associazione:
Costanzo
NON è il nostro portavoce
lui è la peggiore televisione
di teatro non sa nulla
non conosce
la nostra realtà
le nostre passioni
i nostri sacrifici
non sa cosa sia una tournée...
Non basta impossessarsi di teatri romani e fondare l'associazione
"VOGLIA di TEATRO"...
associazione che BLOCCA il mercato a noi privati...
…Siamo dei Signori professionisti
siamo una categoria VERA
facciamo questo lavoro da venti trenta quaranta e cinquanta anni
giriamo l'italia in lungo e in largo
perché
amiamo la nostra professione
che è la nostra vita.
NON PERMETTIAMO
a questo signore con la esse minuscola di decidere
o
dare consigli per
il nostro futuro!!


(Sandra Collodel, attrice)




*** 29


Il sig. Maurizio Costanzo, insieme a sua moglie, è il fautore, il vero unico responsabile, della capitolazione della cultura , innamorato da sempre dell’occhio della telecamera si è lasciato coinvolgere nel magico mondo mefistofelico dell’apparire, inebriato dal potere che di rimando esso irradia, offuscato dalla forza mediatica alla stessa maniera di Andreotti, altro essere vivente baciato da Satana,ha sentito su di sé la chiamata di distruggere l’unica cosa buona che la società poteva produrre: il teatro come promulgazione della cultura. Non è un caso che le loro trasmissioni sono il contenitore massimo della tv spazzatura, poi fa il MAURIZIOCOSTANZOSHOW per pulirsi la coscienza. Il giorno che questi due individui spariranno dal mondo culturale (di cui si continuano ad appropriare indegnamente), si tornerà a fare il teatro con la T maiuscola, con attori di comprovata fama. Saranno finalmente banditi dai cartelloni attorucoli di ficton senza preparazione. E finalmente i nostri figli diranno: “Ma questo è il teatro? Io non avevo capito niente!”

(Maria Mirabella, operatrice teatrale)




*** 30


…leggendo la disinvolta e folle affermazione di quell'essere poco edificante e bramoso di potere assoluto quale è Costanzo,ci viene la pelle d'oca.

Un uomo che utilizza i suoi talk show per riciclare nei suoi teatri e nei suoi festival gli ospiti delle sue trasmissioni,solo per averne un tornaconto economico.

Un uomo (anche se eccessivo definirlo così) che ha le mani in pasta dappertutto ed è presente come direttore artistico dal Festival di Todi alla sagra del caciocavallo di Afragola.

Un uomo per tutte le stagioni, che si aggrappa al governo di turno e sopravvive sempre e comunque a qualsiasi terremoto politico, elargendo e ricevendo favori a destra e a manca.

Come può un individuo ambiguo di tal fatta permettersi di parlare di cultura e di teatro quando nel corso di trenta e passa anni di televisione ha scaraventato sul mercato i peggiori comici di serie B e laidi suoi sostenitori.

La realtà è che il 90 per cento degli attori italiani è alla fame, solo pochissimi privilegiati e corrotti hanno l'opportunità di lavorare nelle fiction, rispetto alla massa di professionisti che deambula in cerca di un scrittura qualsiasi.

Un uomo che ha spregio del talento e che ha instaurato l'epopea dell'inventarsi attori da un giorno all'altro.

Un uomo che ha spregio del talento puro e non ne conosce il significato profondo.

Un uomo che non dovrebbe parlare di teatro e dovrebbe tornare ad occuparsi dei pub e degli infimi cabaret da dove proviene.


(Compagnia Teatrinsieme, Napoli)




*** 31




Costanzo, come il suo compare Berlusconi, non sazio dei danni già provocati in quasi tutti i settori, ha scelto nuovamente quello che più lo diverte, il teatro. E lo vuole distruggere in tutte le sue forme possibili,anche le più innocenti.. Sono certa che attori e non, con la forza della fantasia e della disperazione unite, inventeremo qualcosa per stroncare sul nascere la pervicacia di chi è abituato a convivere col potere massonico e mafioso.
Come il suo padrone.
Per tutti gli accidenti che gli mando non basta un TIR e chissà che Totò, Eduardo,Peppino e tanti altri ancora, non ci diano una mano.

(Maura Fiore Alassio, operatrice culturale)




*** 32


…oltre alla difficoltà di fare teatro, che rimane sempre la "prima scelta" per noi attori, aggiungerei anche la difficoltà di entrare in una fiction. Non è così automatico "non faccio teatro, quindi lavoro in una fiction"; ci sono dei criteri, come ad esempio non risiedere, per motivi diversi, a Roma o non avere abbastanza "contatti utili" che rendono per molti attori difficile anche l'inserimento in una fiction.

(Margherita Casalino, attrice, Torino)



*** 33



…Spero che da questa indignazione nasca una rinnovata coscienza che ci spinga ad agire in qualche modo per contrastare l'abbassamento, apparentemente senza fine, del livello culturale in Italia. Spero che anche il sindacato prenda una posizione pubblica e organizzi una qualche forma di azione, a cui spero però di incontrare tanta gente. Se tutta questa rabbia non si trasforma in azione, rischia di deprimerci ancora di più.

Uno dei guai dell'avvento di Berlusconi e delle sue televisioni, e di tutto il ciarpame che ha portato nelle nostre case, è che io da ragazzo volevo diventare come Gianni Santuccio o Tino Carraro... oggi un ragazzo vuole diventare come Costantino o Calissano!

Ricordo un attore argentino che mi raccontava quanto gli attori fossero rispettati da tutti in Argentina, perchè tutti li consideravano espressione e veicolo culturale del proprio paese. Era molto orgoglioso nel dirlo...potete immaginare come mi sentissi io! Ed era il 1986...

Facciamo in modo che la gente non consideri il tronista o la velina di turno espressione culturale di se stessa, altrimenti non abbiamo più speranza...



(Gerolamo Alchieri, attore)




*** 34

… le belle e sensate parole non basteranno, con questo governo. Sarà necessario mobilitarsi. Dovremo affrontare un autunno caldo, come ai vecchi tempi delle lotte per i diritti, che hanno dato i loro frutti.

( Adriana Zanese, operatrice culturale)




*** 35


…molto tenera l'immagine del piccolo Maurizio che si emoziona davanti alla banda di paese....ed è tenero anche che si emozioni ancora oggi....io, da piccola, mi emozionavo davanti ai burattini del Gianicolo, però non mi sentirei di presentarli sul palco dell'Argentina per una prima nazionale... Detto questo, forse il signor Costanzo non immagina che è molto facile essere "puristi del teatro" quando bollette, mutui, affitti ecc. vengono pagati da mestieri, forse meno appassionanti, ma certamente più sicuri. Ho piacevolmente notato l'indignazione coesa di tanti colleghi e credo che non potrei aggiungere niente di nuovo a quanto è stato già espresso, tranne un piccolo ricordo personale : mettevamo in scena una importante tragedia di Sofocle, la compagnia era veramente di alto livello professionale, anche se le condizioni pratiche ed economiche erano quasi le stesse di una compagnia amatoriale, (lo conosciamo il sacrificio signor Costanzo, lo conosciamo benissimo), tutto filava nella norma finchè una sera uno degli attori ha un malore . Viene chiamato un medico che diagnostica un collasso da stress, tira fuori una siringa dal fluido magico e l'attore torna in scena. Naturalmente il pubblico non si è accorto di nulla, nè prima nè dopo e anche questo è nella norma . Ciò che non era nella norma era la causa di quello stress : quel collega aveva appena saputo di aver perso la madre, lei era morta mentre lui fingeva di essere un altro, oltretutto vestito con pelli di pecora. Ora Le chiedo, signor Costanzo, per quale altro motivo, se non una vera passione, un essere umano dovrebbe violentarsi fino al punto di ignorare un dolore del genere, a beneficio di estranei che hanno pagato un biglietto ? Io non credo che un dentista/macellaio/idraulico/avvocato con l'hobby del palcoscenico, nella stessa situazione, si sarebbe fatto fare quell'iniezione e sarebbe andato avanti, non credo proprio. Ecco perchè i professionisti sono importanti : perchè hanno anteposto la loro passione a se stessi e per questo sono garanzia di qualità. E se abbiamo superato un istintivo snobismo nei confronti della televisione, non è solo per la volgare pagnotta, ma anche perchè oggi la fiction è parte integrante del nostro mestiere, tanto quanto il cinema, il teatro o la radio. Non siamo quelli divorati dal desiderio di popolarità, non siamo quelli disposti a tutto pur di essere riconosciuti per strada, siamo quelli che la propria passione costringe a lavorare quanto più possibile, cercando di rendere, anche dove sembra assurdo, il più alto livello di professionalità. La ricerca forsennata della fama popolare non appartiene agli attori professionisti, ma a quella folla di manichini da calendario ai quali, spesso, ci troviamo costretti a fare da spalla perchè il prodotto non risulti proprio del tutto becero.

La scelta reale non è tra attori professionisti e attori amatoriali, ma tra qualità e quieto vivere. Qualunque artista è, prima di tutto, un artigiano e in quanto tale, non accetterà mai un lavoro fatto male; un dilettante, o un amatore, è semplicemente qualcuno cui non importerà dei materiali scadenti o della sua incapacità di costruire un oggetto reale, basta che appena somigli ad una sedia. E non fa niente se nessuno ci si potrà sedere. Ovviamente ne consegue che il professionista è molto più scrupoloso o, come si sente dire spesso, "un rompicoglioni", mentre il sorridente amatore accetterà qualsiasi cosa di buon grado, purchè lo si lasci giocare e sarà adorato da tutti quelli che amano le cose fatte presto e a risparmio. Nel primo caso ci saranno scontri, magari litigi ma il fine sarà sempre la qualità per il pubblico. Nel secondo andrà tutto liscio perchè l'unico fine per l'amatore è stare su un palco a farsi vedere mentre si diverte.

E' questione di obiettivi, tutto qua.


(Caterina Corsi, attrice)





*** 36


Oggi su Repubblica (2 luglio 2008) abbiamo letto un articolo dedicato a Maria de Filippi ,nel quale campeggiava nel sottotitolo, la sconcertante affermazione:

"PORTO IN TELEVISIONE ANCHE CHI NON HA TALENTO"....

Questa allegra signora (con la voce di un dobermann) compagna nel lavoro e nella vita del Sig. Costanzo fa questa dichiarazione di una gravità sconcertante.

Che ci fossero soggetti senza talento sulle reti televisive mediaset e RAI ce ne eravamo accorti da tempo, ma adesso si è arrivati con arroganza e spudoratezza ad affermare pubblicamente che cani e porci possono razzolare volgarmente e spudoratamente con il consenso dei padroni (De Filippi e Costanzo).

Lo stesso Costanzo con incosciente spavalderia ci viene adesso a dire che bisogna recuperare le filodrammatiche di paese e le bande di parrocchia.

Di portare un briciolo di cultura, di drammaturgia a 360 gradi in lungo e in largo per la penisola con professionisti e addetti ai lavori, non se ne parla proprio.

La cruda realtà è che il teatro italiano e un buon 90 per cento degli attori di prosa in circolazione sono alla BANCAROTTA.

Non si è mai visto in decenni di teatro italiano un punto più basso e drammatico nell'ambito dello spettacolo.

Non si produce nulla, si utilizzano sempre gli stessi nomi, proliferano le scuole di teatro che SPECULANO sulla voglia di successo dei giovani, scaraventandoli nella PIU' NERA DISOCCUPAZIONE.

…E Costanzo se ne esce con le bande di paese da rivalutare e con gli attori che campano egregiamente con le piccole parti delle fiction...?!!!

Ma dove vive quest'uomo?

Ma chi vuole prendere per i fondelli questa specie di uomo?

E intanto , noi piccole compagnie, non riusciamo a sostenerci per l'immane costo di un allestimento e per la scarsità di piazze, tutte appannaggio di quei pseudo attori che transitano nei suoi orrendi spettacoli televisivi.

Non è degrado questo...è BARATRO CULTURALE...



(Cooperativa teatrale Scena Aperta)






***37

Il Signor Costanzo che, è inconfutabile, conosce come le sue tasche il mondo dello spettacolo, sembra però non sappia della moltitudine di attori e compagnie teatrali professioniste che lavorano in tutta Italia. Attori, registi, autori, tutti innamoratissimi del loro lavoro che investono oltre che le proprie energie fisiche e mentali, anche cospicue somme di denaro tra allestimenti teatrali, contributi, paghe eccetera. Tanti attori professionisti che campano le famiglie da questa attività, tanti talenti che però rimangono intrappolati per decenni nella loro regione, amati sì dal pubblico, ma pur sempre limitati al giro dei vari paesi e paeselli che sempre quelli sono, perchè non esistono più i circuiti teatrali. Portare il proprio spettacolo a Roma per esempio, ti spezza le gambe solo il pensiero di dover pagare il fitto del teatro, il vitto e l'alloggio e dover raccattare il pubblico mandando e-mail, sms e quant'altro sennò non ti viene a vedere nessuno, perchè sei sconosciuto, perchè non sei un attore visto in TV. Infatti, nei maggiori teatri italiani vediamo per lo più spettacoli con attricette e attricetti della TV(ciuccissimi sulla scena) e vecchi attori che si fecero un nome con gli "originali televisivi" negli anni '60. Quindi ben venga la fiction!!

Ho fatto tra i vari, un paio di provini per delle fiction in cui dopo i "brava, bravissima" mi è stato detto chiaramente che per il ruolo per cui mi candidavo, c'era chi aveva più santi in paradiso di me... e allora!!!

Senza voler togliere spazio agli amatoriali e le bande, si cominci a lavorare seriamente per quel “sottobosco” enorme di teatranti che con impegno e professione dedicano la propria vita (e non il tempo libero) a questo mestiere, per la gioia di di inventare, di esprimersi, di incontrarsi. Questi valori esistono ancora, nel "sottobosco", e sono la benzina che spinge con entusiasmo chi, anche se non presente sulla grande ribalta, svolge un ruolo fondamentale per la cultura.

(Tiziana Schiavarelli, attrice e Dante Marmone, attore, Bari)


*** 38

Ricordo (dati i miei 54 anni) che girava un aneddoto su Paolo Stoppa
che aveva ricevuto un ossequioso signore nel suo camerino dopo una
recita. L'uomo lodava il grande attore e la sua magnifica
interpretazione. Paolo Stoppa, come ogni vero attore, ovviamente non era immune ai complimenti e si sentiva gratificato.
Tutto procedeva per il meglio, quando il signore disse con orgogliosa
umiltà - Sa, maestro, poi ho sempre molto da imparare da un grande
attore come lei, perchè sa, io sono un attore amatoriale ...- Paolo
Stoppa diventò paonazzo e gridò - Vada via!- e lo sbattè fuori dal
camerino.


(Roberto Marafante - Regista)


*** 39

…sarebbe bene ricordare il paradosso per il quale
nel Teatro si verifica l'unico caso in cui fare una cosa per hobby
costa meno che farla professionalmente. Io per esempio adoro affettare
la carne, chissà che succederebbe se aprissi una macelleria e dessi le
bistecche gratis? I macellai affetterebbero me!
Se il Teatro "amatoriale" lo si facesse veramente in modo amatoriale, le compagnie
amatoriali dovrebbero non solo non far pagare il biglietto... ma pagare
loro gli spettatori per farsi venire a vedere! Paradosso per
paradosso, anch'io sparo il mio...
Bondi e Costanzo, se veramente hanno intenzioni serie, e non sono in malafede (perchè sanno tutto, mica sono scemi...) la smettano di impallinare i poveri, se la prendano con
l'ANCI e con i comuni italiani che pagano le compagnie amatoriali,
creando un circolo di evasione indiretta. Su questo fronte il SAI ha
tentato qualcosa, no?
Il teatro amatoriale non esiste! Così come non esiste un idraulico che guadagna 10mila euro l'anno…Chiudo con un'osservazione: perchè prendersela però col solo Costanzo? A coprirlo
di M... gli portiamo solo fortuna! Non dimentichiamo il punto 188 del
maxi emendamento Prodi! Una carrettata di M... spetta a lui...


(Vittorio Amandola , attore, scrittore di teatro, doppiatore, adattatore)



*** 40



Costanzo come metastasi del teatro e della tv italiana lo conosciamo tutti,
Proietti in testa. Rita Sala dimentica che oltre a Todi Festival gestisce il
Brancaccio e il Parioli. Ora ha nel mirino i filodrammatici dimenticando gli
attori se non quelli che fanno le fiction, ossia un centinaio in tutto...
compreso raccomandati, bravi, amici dei potenti, cani sciolti, ecc... Quanta
gente è uscita dal famigerato Costanzo Show e ora ruba il pane ai
professionisti! E gli Amici di Maria De Filippi? Che scandalo!
… Aspettiamoci tempi duri da questo governo e prepariamoci a
lottare.


(Dino Signorile, produttore)





*** 41



Avvilente. Anzi commovente. Avvilente perché è sempre più chiaro quanto il Teatro e la nostra categoria contino davvero poco.

… L’Italia è l’unico paese al mondo in cui la spaccatura tra teatro, cinema e TV sia ciecamente blindata. Questo perché cinema e TV troppo spesso sono affidati a casting e/o registi impreparati e ignoranti che (forse perché attori mancati?) trovano molta difficoltà nel “premiare” con un salto di carriera un attore che si è fatto le ossa sul palco. E quando casting e registi “ci sanno fare”, spesso hanno le mani legate dai produttori e dalle reti per il cancro delle raccomandazioni. Ma forse non ci vogliono anche perché l’attore di teatro, spesso, è scomodo in quanto più sensibile e preparato sia sulla lettura dei testi che sulla modalità di recitazione. Quindi è più facile dare una parte a qualcuno che “non rompe” se la sceneggiatura è scritta da qualcuno che sbaglia i congiuntivi. D’altra parte è noto a tutti che molti degli sceneggiatori di fiction sono arruolati dallo stesso Costanzo attraverso i suoi corsi-stage nelle sue varie e innumerevoli società. E in questi ultimi 20 anni, il linguaggio televisivo (e cinematografico, ammettiamolo) è tristemente scopiazzato dagli adattamenti-traduzioni del doppiaggio che ha creato un para-linguaggio di spettacolo (il doppiaggese) fatto di wow, ‘fanculo, fottutissimo e bastardo che sono entrati prepotentemente nella vita comune. …è evidente che il gusto del pubblico televisivo, riferimento principe per il sig. Costanzo, sia ormai appiattito e impoverito. E tutti sappiamo che se una brutta fiction fa ascolti bassi la levano (con sperpero di soldi anche pubblici) e “cancellano” il corpo del reato, per sostituirla con un’altra che di solito non è molto differente. Però è anche vero che altre brutte cose TV “reggono” o addirittura spopolano, anche se il protagonista è un tronista che a mala pena articola una frase di una riga… Il pubblico non è più in grado di capire la differenza tra un attore bravo e un non attore, quindi non sapendo cosa si perde, accetta passivamente quello che gli viene propinato. E fa impennare l’auditel. E per chi vuole fare soldi e dare di sé un immagine più “colta” è immediato il passaggio al teatro. Ed è indubbio che questi spettacoli abbiano effettivamente incassi importanti: portano a teatro quel pubblico che non ci andrebbe mai! …Quindi che Costanzo faccia pure i cartelloni dei suoi teatri come crede: visti gli incassi ha ragione a farlo! E’ più grave (e commovente) la sgradevole uscita sugli amatoriali, che in realtà hanno circuiti veri e propri, incassano moltissimo (con poche spese), organizzano rassegne, festival e premi ma che (nella stragrande maggioranza dei casi) presentano solo goliardia e non teatro. Il teatro amatoriale è importantissimo, se fa da innesco per una scelta di vita che prevede il perfezionamento, lo studio e la nascita di una professione vera e propria. Se resta solo un “gioco” ha il valore (legittimissimo!) di un divertissement e basta: utile al singolo ma non alla collettività. E il teatro dovrebbe essere fatto per la collettività. Nel teatro amatoriale girano moltissimi soldi ed è giustissimo che continui a vivere, e felicemente. Ma ignorare, come ha fatto Costanzo, tutto quel mondo di professionalità e dedizione che rappresenta il teatro ufficiale (in e off – quando l’off è di qualità!) fa effettivamente molto male…. E in quest’ottica, e grazie alle tramissioni di Talent Searching che impazzano, sembra proprio che il nostro sia un mestiere “facile facile”, innescando nei giovani pericolosissime aspettative basate solo sull’apparire e non sull’essere (William ne sapeva già qualcosa). Provini per grandi fratelli, veline ecc che arrivano a richiamare anche 10.000 candidati, sono un fatto sociale, non di spettacolo! E’ il sogno dello show-biz pret-a-porter! Pericolosissimo! Ed è anche inquietante che la Piovra-Costanzo riesca (con connivenze politiche) a raggiungere tutto quello che desidera.

… Non ho visto il cartellone del todi/costanzo, ma non mi stupirei di trovare un Pirandello di Platinette o un misantropo di Costantino. Purtroppo nelle sue parole c’è anche del vero: dove sono gli attori? Quelli in grado di reggere un cartellone e una campagna di abbonamento di un teatro (che ha bisogno, di nomi di richiamo)? Non ci sono, ma non perché non esistano (ce ne sarebbero eccome), bensì perché nessuno ha agevolato il ricambio generazionale e c’è un “buco” difficile da colmare …Primi attori da nome in ditta ci si diventa (lentamente) solo con il tempo e una graduale crescita di visibilità, che però viene puntualmente negata. Avvilente, appunto. Ma non c’è dubbio che nessuno di noi, neanche uniti (vedi le manifestazioni per lo scippo del Brancaccio), possa modificare l’orrenda situazione attuale di cui l’uscita di Costanzo è una triste dimostrazione. Ed ecco il perché della “commozione” con cui aprivo: siamo degli idealisti e dei romantici. Ci fa male, se parlano male di noi, ci lamentiamo e battiamo anche i pugni. Ma poi accettiamo lavori in nero o sottopagati e se ci troviamo di fronte Costanzo, sorridiamo sperando che ci piazzi in una fiction… Se le paghe fossero appropriate certamente potremmo permetterci una coerenza maggiore. Se il Teatro ci desse da vivere seriamente, forse non inseguiremmo ruoletti nelle fiction. …Siamo una categoria spaventata: con delle salde ideologie ma con delle debolissime coerenze. Siamo fragili. Sì, siamo commoventi perché siamo (ancora!) idealisti e romantici. Per fortuna.


(Patrizio Cigliano, attore, autore, regista)




*** 42


Di cosa minchia (per usare il dialetto più schietto) ci
lamentiamo... siamo noi che abbiamo messo questi nani... di spirito,
all'apice dei sistemi di potere, noi tutti. A volte è bastato un
sorriso, una battuta o solo aver lasciato la televisione accesa per
addormentarci, altre volte è bastata una promessa. Ci siamo lasciati
ammaliare dalle promesse di gloria e di benessere (il loro) e ci siamo
sentiti furbi e arroganti, a loro somiglianza. Ora che il gioco è
svelato, e siamo esclusi dai "giri che contano", e vediamo che siamo
solo uno strumento... versiamo lacrime? …Dopo aver arrancato per 37 anni tra cinema e fiction, recitando a volte male a volte meglio, (come accade in tutti i mestieri) mi sono proprio rotto i coglioni di tutto questo correre e agitarsi: FERMI! Tutti fermi ora! Tanto non stiamo andando da nessuna parte...

(Rodolfo Bigotti, attore)




*** 43

L’agenzia Nazionale della Stampa dà notizia del grave incidente accaduto tra Virgilio Talli e parecchi attori della sua Compagnia. I quali, riunitisi ,votavano un ordine del giorno in cui veniva affermato <…se non legale diritto, il doveroso principio di umanità, per le anormali condizioni della vita non prevedibili alla firma dei contratti: il procurarci da vivere durante il mese di riposo senza paga; … Di fronte all'assoluto diniego del direttore comm. TaIli, non esitiamo ad affermare equo e necessario che ognuno di noi adotti il modo migliore per procurarsi l'esistenza, apertamente lavorando sia nella cinematografia sia con l'Arte nostra; e disimpegnando sotto la tutela della nostra lega di essere solidali nel respingere ed affrontare qualsiasi mezzo legale di punizione o di coercizione contro qualsiasi nostro compagno dichiarando che non è un atto di ribellione,ma il risultato di una necessità, portata dalle condizioni anormali, che hanno capovolto e sconvolto ogni forma contrattuale>.

(da un ritaglio di giornale del 1918, inviato da Vittorio Amandola)


*** 44

Caro Signor Maurizio Costanzo Show,
ancora una volta ci ha visto giusto! Con l'intelligenza sottile ha saputo
dire la fesseria giusta al momento giusto, così si tira sù un pò di polvere
in questa noiosa e triste estate. Da ragazzina seguivo incantata la sua
prima trasmissione con tanto di metaforico acquario, e mi piaceva il genere
di ospiti che invitava intervistandoli con arguzia e un pizzico di sana
malafede provocatoria . Poi un bel giorno della sua vita ( bello per lei)
deve essersi trovato di fronte al bivio: cultura o danaro e potere?
Ed ha scelto decisamente la seconda strada… Così a quel punto ne ha aiutato, con una serie di belle bottarelle decisive, la caduta.
Non credo affatto che lei creda in tutta la serie di quadretti dipinti sul
teatro e sullo spettacolo in Italia.
Sa bene che noia sia sentir balbettare Amleto da un qualsiasi bancario
svilito della routine lavorativa in cerca di emozioni. Sacrosanto: ma perchè
le nostre tasse devono pagare questa terapia?
Sa bene quanto ferocemente autoreferenziali siano gli amatoriali, per loro
Moliere o Pincopallo è uguale, l'importante è andare in scena e prendersi
quei cinque minuti di celebrità nella cerchia di amici e parenti, divertirsi
con i compagni d'avventura ed andare a cena dopo. Tanto lo stipendio a fine
mese arriva comunque in tasca. Va bene, ma perchè le tasse degli Italiani
devono sostentare questo svago?
Sa bene quanto faticoso sia per un professionista del teatro riuscire a
lavorare continuativamente…Sa bene quanta energia richieda ottenere una parte: alcuni semplicemente preferiscono alle lunghe ore di trafila studiare o lavorare, perfezionare i propri mezzi tecnici chiudersi in teatro e, a volte anche gratis, provare
uno spettacolo nuovo. E chi paga l'affitto? vabbè anche questo mese faccio
il cameriere amatore o la segrataria amatrice o la dog sitter etc. etc. etc.
O sa bene che rinnegare la necessità di studio approfondito e di esperienza
tecnica per affrontare il palco, è come sostenere che non serve studiare per
tirare un dente: in fondo una volta lo facevano i barbieri. Ma lei se lo
farebbe tirare un dente da un barbiere? Ed allora perchè vuole che
all'intelligenza, oramai sempre più spenta, degli Italiani venga presentato
il lavoro ricco solo di entusiasmo di uno stuolo di amatori?
Sa bene che tronisti, veline grandi fratelli ed amici vari sono la morte di
qualsiasi forma di cultura, perfino d'intrattenimento. Sono nutrimento al
narcisismo sfrenato con cui si è nutrita la disperazione e l'ambizione di
tanti adolescenti figli unici e disperati di borgata: non ammirano loro,
vogliono essere al loro posto e li guardano con la bava alla bocca per
scoprire come si fa… Tutto il resto vada in malora...No? Fantastici
burattini...................
Purtroppo per il potere che lei appoggia, c'è una parte sana di giovani che
ancora, per educazione o culo (quando ce vò...) ha desiderio e bisogno di
sentire una parola sul mondo, una riflessione sulla vita e sull'uomo, di
emozionarsi ascoltando con tutto il proprio essere un altro essere umano che
quelle parole le ha meditate, fatte passare attraverso il filtro delle sue
conoscenze, incarnandole con quotidiana fatica. C'è ancora parecchia gente
che legge!!!! E i teatri negli ultimi anni hanno registrato un notevole
incremento.
…Vorrei continuare l'elenco delle cose che lei certamente non ignora, ma mi
sento un pò stupida a farlo perchè so che lei sa.
Finisco con un complimento ambiguo: lei mi ricorda tanto Il grande
Inquisitore di cui parla Ivàn Karamazov . Sono certa che coglierà tutte le
sfumature di questo paragone.

Mi firmo anche se ho brutti presentimenti.


(Marinella Anaclerio, regista, pedagoga teatrale)


***45

"Oggi gli attori bravi preferiscona la fiction". Quel "bravi"lo sostituirei con raccomandati, potenti, fidanzati di qualche politico, data la difficoltà che si trova oggi a lavorare in una televisione che è sempre più lo specchio di come sia corrotta e clientelare la nostra società.

Certo accanto a questi attori improvvisati spesso ci sono signori professionisti, menomale che è così, altrimenti saremmo sommersi da personaggi che s' inventano una professione e che partecipando a un reality si sentono attori alla stesso livello di Giancarlo Giannini, tanto per fare un nome. Dopo 30 anni di teatro, di viaggi, di alberghi, debutti in teatri freddi e disagiati, dopo aver recitato in chiese,su ring di pugilato, nelle piazze ,sui camion, come tanti altri colleghi, non posso accettare lezioni sul teatro e sul mestiere dell' attore da Lei.

Se oggi il teatro soffre non è certo perchè gli attori sono stanchi delle estenuanti tournée, o perchè attratti da facili guadagni, ma perchè sono stanchi di non trovare lavoro, di non trovare attenzione a meno che non si passi da quella scatola, che ha il potere oggi di decidere chi vale e chi non vale e sminuire quella che dovrebbe essere la ragione prima di questa professione, cioè la ricerca, la cultura, e non solo un cartellone di puro divertimento (sia chiaro che non ho nulla contro il teatro leggero) come quello presentato per la stagione del Brancaccio 2008-9 .Oggi c'è bisogno di qualcuno che abbia voglia d' investire e di rischiare sulla nuova drammaturgia e su delle nuove proposte.


( Laura Fo, attrice)





*** 46




Penso che meglio di me già altri abbiano scritto commenti sensati alle dichiarazioni folli del nostro tuttofare Costanzo o come direbbe Uòlter "il consulente teatrale del Ministero il cui capo di governo fa parte della principale coalizione avversaria..."...ma vaff...Uòlter! anche tu che eri pappa e ciccia col signore con la camicia coi baffi!
Per quanto riguarda il teatro amatoriale, non c'è proprio nulla da proteggere in quanto spesso, anzi sempre, viene finanziato dai Comuni con erogazioni di contributi alle associazioni che hanno tra le varie attività anche il teatro. Spesso si autofinanziano, anche perchè sono compagnie composte da gente che, fortuna loro, ha un lavoro diciamo "serio", al contrario di noi poveri "attori" che possiamo scegliere se fare la fiction (ahahahahahahahah!!!!) o il teatro (ahahahahahahahahah!!!!!!!!).
Riguardo la tradizione popolare, il signor baffuto potrebbe anche lasciar perdere, visto e considerato che l'omologazione verso il basso imputabile anche e soprattutto ai suoi programmi tv osceni, ha portato ad un vero e proprio buco incolmabile tra le generazioni dei nostri nonni e quelle dei nostri figli. Mi sa che oggi è più facile che un nonno mi racconti la puntata di Uomini e Donne o di C'è posta per te, piuttosto che cantarmi una canzone popolare della guerra o raccontarmi una storia del suo paese natale...
La tradizione popolare, se vi interessa, la sta raccogliendo in Sicilia un mio amico e grande maestro di musica e di fisarmonica, Orazio Corsaro, che da 30 anni gira l'isola registrando i canti, le bande, le lamentazioni, il sudore, l'oralità delle centinaia di popolazioni che fortunatamente ancora conservano e tramandano la tradizione.
Venendo a noi poveri "attori", io neanche mi ci sento più, dopo 15 anni da quando mi sono diplomato (ancora ricordo Ronconi quando consegnandoci il dipolma ci disse "bhe...mmmm....questo diploma....ehm....uhm.... lo potete pure attaccare...uhm....ehm....al cesso!”), e mi sento completamente avvilito quando sento che in giro ci sono solo spettacoli con PROVE NON PAGATE! oppure ANDIAMO AD INCASSO!! oppure ADESSO NON CI SONO SOLDI MA VEDRAI CHE POI LO VENDIAMO E FACCIAMO LA TOURNE'!!!!.
BASTA cari amici e colleghi, prendiamo atto della nostra impotenza e…smettiamo di fare gli attori nei teatri e riprendiamoci le piazze, le strade, i parchi, i bar addirittura, gli ascensori, le librerie, le macellerie, le sale d'aspetto degli ospedali, tutto il mondo esterno al Teatro, la cui forma struttura e contenuto non hanno più alcun significato , la cui sacralità… è andata a farsi fottere essendo sconsacrata da quei cessi e quelle cesse portatrici di ginocchiere spesse (avete capito,no?) frequentatrici di sottoscrivanie di ministri e sottoministri, che occupano quotidianamente teatri cinema e tv, cacciandoci fuori a malo modo.
Lasciamoglielo il Teatro, che lo distruggano pure, lo brucino, se lo mangino avidamente come fa Hannibal Lecter col cervello delle sue prede. Ma che dalle ceneri o dalla merda cagata dopo che se lo sono ingurgitati, rinasca una nuova e vera coscienza di "attori" e di cosa voglia dire veramente esserlo.
Iniziamo a trovare il coraggio di dire NO,VAFFANCULO! TE LO FAI TU LO SPETTACOLO! a quelle misere persone che fanno i provini e che pubblicano anche gli annunci sui siti di teatro e spettacolo e che quasi si offendono se gli chiedi se è previsto il compenso e poi ti dicono "SAI, PROVIAMO TUTTI I GIORNI PER UN MESE 8 ORE AL GIORNO , PERO’ NON CI SONO SOLDI, PERO’ VEDRAI CHE FACCIAMO TANTO PUBBLICO E POI ANDIAMO AI FESTIVAL, SARA' UNA BELLA VETRINA PER TE!".
Diciamo NO, VAFFANCULO! TE LE FAI TU LE TUE 2 POSE DEL CAZZO! a quelle produzioni che prendono 2 milioni di euro di finanziamento e poi ti dicono "SAI IL RUOLO E' PICCOLO E SONO SOLO DUE POSE E IL PROGETTO E' LOW BUDGET QUINDI POSSIAMO DARTI 200 EURO LORDI A POSA, SAI, AVRAI COMUNQUE DELLE SCENE CON IL PROTAGONISTA!!!"...interessante, sì , certo....e diciamo NO, VAFFANCULO! a chiunque ci chieda di fare sacrifici per lavorare, perchè di sacrifici non si campa, non si cresce, ma si muore depressi, frustrati, poveri di soldi e di arte. Non c'è scritto da nessuna parte che gli attori debbano soffrire per fare questo lavoro ed è incredibile leggere dati ENPALS del 2005 che indicano che in quell'anno la retribuzione media degli attori si aggirava intorna ai 6000 euro e avevano lavorato mediamente meno di 60 giorni (se non ricordo male).
Iniziamo a ribellarci e pretendiamo il MASSIMO RISPETTO e la MASSIMA CONSIDERAZIONE DELLA NOSTRA PROFESSIONALITA' da parte dei cosidetti "addetti ai lavori" che ci bistrattano;… smettiamola di farci dire "CERTO SEI BRAVO, COME MAI NON LAVORI?...EH...CI VUOLE FORTUNA!" e iniziamo a dire "SENTI BELLO, SE SONO COSì BRAVO PERCHE' POI VAI A PRENDERE QUELLO PIU’ GIOVANE DI ME MA SCARSO? SOLO PERCHE' A LUI PUOI DARE IL MINIMO SINDACALE O TI LAVORA GRATIS, MENTRE A ME DOVRESTI DARE UNA BELLA SOMMETTA?".
Insomma, e concludo scusandomi per questa tirata, se il ministro BONDI...sì, quello che fa coppia con DE SICA...ha deciso di chiamare Costanzo come consulente e non gli è venuto in mente nessun altro nome...beh, allora riflettiamo…

(Massimiliano Mecca, attore)






*** 47



Non credo di avere altro da aggiungere tranne che spero vivamente più persone possibili, quindi non solo "addetti ai lavori", leggano tutto questo.
La consapevolezza di quello che per anni è stato propinato alle gente attraverso persone come il Sig. Costanzo, che si bea di fare cultura conservando le tradizioni, dovrebbe essere il primo passo verso il rifiuto di chi, come lui, ha chiuso gli occhi del pubblico alla vera arte e cultura che, solo se "maneggiata" da chi ha il talento e gli strumenti per farlo e averne cura, può regalare emozioni, far pensare e rendere chi ne usufruisce in grado di avere pensieri "veri" e il gusto per la qualità.

(Luisa Noli)





*** 48



…La subdola ipocrisia, la spregiudicatezza levantina, il cinismo, la disinvoltura argomentativa, la rozzezza culturale contenute nelle dichiarazioni dell' ex PIDUISTA Maurizio Costanzo, purtroppo non hanno bisogno di alcun commento pacato e ragionato. Non è possibile controbattere con la forza della ragione e dell'onestà culturale a tale pattume culturale, a tale immondezzaio di luoghi comuni, a tale verminaio di falsificazioni ideologiche degne di un sottosegretario del ministero della propaganda nazista. Il consulente dei consulenti, "il fiore all'occhiello" di tante amministrazioni capitoline (sic!) mostra il suo volto feroce e sinistro. E'semplicemente vergognoso il richiamo del disinvolto ex PIDUISTA all'alto magistero di Pasolini. Il viandante accaldato che si trovi a passare per Via Merulana, legga il cartellone della prossima stagione del Teatro Brancaccio curato da Maurizio Costanzo.: potrà rendersi conto dell'intreccio di interessi economici che lo ispira,, dell'oculata amministrazione di interessi televisivi e teatrali, della loro volgare commistione. Gli attori di teatro, gli attori di prosa, custodi di una antica professionalità sempre più minacciata, ormai precarizzati dalla continua disapplicazione del contratto nazionale di categoria sono l'ultimo ostacolo, con la loro dignità professionale e con la loro "memoria storica" a un definitivo progetto di normalizzazione culturale (in atto da tem
po). Del teatro inteso come luogo del dibattito delle idee, della critica anche severa, della passione culturale e dell'ARTE…la mia memoria va ad un programma televisivo di molti anni fa, dove un sudato Costanzo confessava al giornalista Pansa di essersi iscritto alla P2 di Licio Gelli. Alla domanda: di Pansa: "Perchè?", rispose: "Perché sono un imbecille."

(Sergio Basile, attore di prosa)








*** 49


Signor Costanzo, cos’è per lei l’Arte del rappresentare?

Capisco il suo sentimento davanti o dietro alla banda, ma poi c’è Mina che su quel sentimento ha interpretato una canzone stupenda, scritta dai compositori Antonio Amurri e Chico Buarque de Hollanda; mentre lei canta si vede la banda, il signore che getta il cappello, i bambini , si percepisce ciò che la banda è nella vita di un piccolo paese; non c’è, ma Mina con la sua bravura ,con quella musica e quelle parole, ce la fa immaginare.



Ecco, la rappresentazione del fatto è costruzione del racconto, con regole, sapienze , arte e invenzione. La differenza profonda è questa, l’artista-attore elabora la realtà e la interpreta, chi fa teatro in forma amatoriale si diverte a staccarsi dalla realtà per qualche ora e mostrarsi, adora travestirsi, certamente gioca, ma certo non si assume nessuna responsabilità culturale, se non quella di essere ciò che è. Parlo con competenza, poiché collaboro con una compagnia di teatro popolare di tipo amatoriale, mi sono battuta per evitare il folklore verso cui stavano andando quando li ho incontrati, e per cercare il popolare che avevano dentro da molto prima che incontrassero me. Non abbiamo mai dovuto discutere la differenza tra noi: una differenza che è una diversità, che è data da uno scopo diverso, che ci arricchisce , permette una fluidità di doni, uno scambio.


L’Artista ha un altro scopo dall’amatoriale, l’Artista trasfigura, porta il racconto oltre il confine del reale, lo arricchisce di sensi e rimandi, lo fa risuonare, lo rende epico tragico o comico, e tutto questo attraverso se stesso.

Per questo va protetto, perché possa realizzare questo lavoro.

Certo, l’artista può fare paura. Ma paura di cosa? Di rivedere sul palco ogni ombra personale che si possiede? Ma in fondo l’artista, l’attore, è lì per assumersele le ombre, e liberare il pubblico, definitivamente, per una sera, dalla pena.


Parlando di Teatro in Italia, non si può concepire un discorso sul Teatro, come Consigliere del Ministro dei Beni e delle Attività culturali, che non sappia parlare dei professionisti del Teatro.

…Circa due anni fa ho protestato per alcuni bandi provenienti da diversi Municipi del Comune di Roma che chiedevano progetti teatrali (rassegne, festival)a prezzi talmente bassi che i professionisti non potevano partecipare. Non specificavano che, di fatto, erano progetti per compagnie amatoriali.



…E infine, l’Arte in TV sarebbe magnifica, se qualcheduno volesse darle spazio…Ma quando oggi la televisione ha bisogno di rubare dalla vita della gente normale per realizzare intrattenimento, e non è all’altezza di CREARE intrattenimento , ha perso quella funzione; è solo una specie di stomaco ruminante che dà alla gente quel che la gente inconsapevolmente ha già dato.

C’è quindi una diffusa incapacità a creare.


Approfondiamo.


(Caterina Casini, attrice)





*** 50


scusate ma di che vi stupite? come vanno le cose in italia da sempre? siamo o no il paese in cui i cervelli migliori se ne vanno perché qui la ricerca universitaria non ha spazio né tantomeno futuro? siamo o no il paese in cui un giovane di 29 anni ha scritto un libro coraggiosissimo sulla camorra, rischiando la vita sua e della sua famiglia, parlando di cose in cui politici e imprenditori sono da sempre invischiati fino al collo? siamo o no il paese in cui si fa da sempre carriera attraverso il nepotismo e la prostituzione? e allora? in un panorama di degrado culturale del genere che valore può avere il teatro e i suoi lavoratori per gente che della cultura ne ha fatto poltiglia per poi rivendercela sotto forma di costanzo show, amici, porta a porta, carramba che sorpresa e fiction varie ed eventuali.. ci sarebbe solo da espatriare se il nostro maledetto mestiere non fosse legato in modo così imprescindibile alla lingua.


(Paola Migneco, attrice)



*** 51


Non c'è limite alla bassezza, alla volgarità, alla pubblica
mortificazione. Tutto questo Maurizio Costanzo lo ha già ampiamente
mostrato e consolidato nell'esercizio delle sue attività.
…Quello che l'attuale governo ha intenzione di fare nei confronti
della cultura del paese lo si evince molto chiaramente già dalla
nomina di Bondi come ministro. Se poi qualcuno avesse avuto ancora
qualche ingiustificabile aspettativa, con la nomina di Costanzo come
consigliere avrà finalmente recepito il messaggio.
Io sono certo che "il gran maestro" della comunicazione, ma sotto
sotto arso dal fuoco sacro dell'amore per il teatro, sappia
perfettamente quali siano i problemi del nostro mondo. I teatri
"Parioli" e "Brancaccio" sono sotto i suoi artigli (taccio sulla
qualità dei cartelloni), scrive, collabora, conduce, organizza,
consiglia qualunque entità su qualunque argomento. Mi risulta sia
anche stato visto in più luoghi contemporaneamente.
La verità è che dei problemi della cultura non gliene frega niente.
L'unico obiettivo che realmente persegue è il suo tornaconto
personale. Mettere le mani sulla cultura a livello nazionale è il
tassello che gli mancava per trasformare definitivamente questo paese
in quel gran baraccone da sagra della porchetta che già è, dove potrà
collocare tutti i tronisti, veline e decerebrati che continuamente
sforna dalla sua grande produzione di intrattenimento. E tutti
sfileranno allegramente per i paesi e ci sarà la banda e i fuochi
d'artificio e nella pubblica piazza potremo assistere alla
rappresentazione della "filodrammatica degli uscieri comunali" nel
celebre "Uno, nessuno e tutti contro tutti". Ovviamente con grande
profusione di fondi pubblici per la cultura con la "Q" maiuscola.

Non dobbiamo scrivere a Costanzo, ci dobbiamo difendere da lui e
dobbiamo smettere di mendicare assistenza da uno stato come questo.
Costituiamo una organizzazione veramente forte, fatta di artisti, io
preferisco dire artigiani, capaci, seri e collaborativi. Pronti a
cercare altre vie e a rischiare in proprio per progettare un futuro
culturale degno di questo nome. Non vedo alternative e sono
disponibile a qualsiasi confronto.

(Fabio Bianchini, compositore)



*** 52


Tra il 1935 e il 1937 si passò nel giro di 2 stagioni da cartelloni dove ancora si presentavano Pirandello, Rosso di Sansecondo ecc.( su cui dalla platea lanci di monetine e insulti e litigare), ai cartelloni dei " telefoni bianchi" dove "Due dozzine di rose scarlatte" appare come uno dei testi più impegnati!! Ricorda niente?



Mi consolo con la ventata di reazioni che ho letto...meno male che la vitalità intellettuale e la capacità di reagire e indignarsi fa ancora parte del Teatro!

Forse per questo, e anche per la loro intrinseca necessità di testimoniare, è bene che gli attori con i nuovi tempi vengano un po' più screditati?...!!



Quanto alle fiction....ma com'è che a me salta invece agli occhi non tanto che dei bravi attori di teatro risollevino un po' l'orrore amatoriale medio delle fiction...quanto piuttosto che nelle ultime stagioni Pirandello era recitato dalla Arcuri, Shakespeare dalla Casalegno, che i cartelloni pullulano di televisivi alla Zelig, ecc?

Poi certo il parametro del Sig. Costanzo sarà forse influenzato da coloro che presentandosi in massa per entrare ad Amici credono (e fanno evidentaemnte credere anche a lui) che l'ambizione al Teatro attualmente sia quella roba lì....



Tutto questo senza infierire sul teatro amatoriale, degnissima attività sociale, dove ragazzi, impiegati, professionisti anzichè guardare amici in Tv o darsi alle droghe e al sabato sera preferiscono leggere e attraversare testi teatrali....nonchè su tutti gli altri livelli possibili della vecchia cara (quando sana) festa di piazza.



Rendere al teatro solo gli spazi casarecci della sagra, mi sembra un sottile modo di cercar di smussare se non di INFIBULARE le sue potenzialità, i suoi strumenti…in modo che nel casareccio perdano il filo l'acume e la pericolosità concettuale e politica....


(Maria Luisa Bigai, regista)




*** 53


Dal caos al nulla era inevitabile una simile situazione, troppa invasione
politica e nessuna sana cultura

sembra una sorta di inquisizione....si rimane senza parole.


(Nora Fuser attrice)



*** 54

E' veramente ridicolo...ridicolo...Questa gente non ha la benchè minima idea delle condizioni reali in cui un attore professionista che viene dal teatro, si affatichi, combatta e si destreggi per riuscire a vivere del proprio mestiere, a conquistare spazi ormai sempre più ridotti ( e parlo anche della fiction, visto a chi vanno spesso affidati i ruoli), a cercare disperatamente di inseguire, nonostante tutto, nonostante tutta la mediocrità che il nostro sistema di politica artistica e culturale sostiene, la ricerca della qualità, della dignità.

Costanzo mi fa ridere, e piangere. E' incredibile che un individuo che rilascia tali dichiarazioni possa ricoprire una carica politica e sociale così potente. E'...non so, veramente frustrante. Mi fa davvero rabbia.


(Linda Gennari)




*** 55

Che dire, sconquasso! A questo punto, lasciamo perdere le richieste di finanziamenti, di attenzioni che non ci saranno mai, a meno che non si venda l'anima al diavolo. Autofinanziamoci e produciamoceli da soli gli spettacoli. Formiamo gruppi nuovi, compagnie nuove ed occasionali, contattiamo circuitatori sensibili e critici altrettanto comprensivi che parlino un pò di noi sui loro giornali. Nel bene e nel male. Insomma non aspettiamo leggi o soldi che non arriveranno mai, diamoci da fare per crearci noi il nostro sacrosanto spazio. Quando i mediocri si troveranno difronte grandi spadaccini, si ritireranno dallo scontro. Non gli converrebbe.

(Giorgio Lopez, attore)


*** 56

Evviva! Da domani se sei un attore dotato di talento e prestigioso curriculum, potrai scegliere quale fiction interpretare. Da protagonista ovviamente! Da domani non si leggeranno più intercettazioni fra capistruttura e produttori. E' un peccato,ma proviamo a immaginare :"Pronto? Ho visto un'attrice al provino -E com'era?- Brava! Poi,sai ,ha fatto tanto teatro,un'accademia per tanti anni. Riusciva a rendere credibile e prezioso quel dialogo da quattro soldi che le abbiamo scritto.Vera, anche carina e poi oh! Sa parlare. recitare…perfetta!-Beh,allora,prendiamola!

Da domani se sei un attore professionista meritevole avrai un cachet direttamente proporzionale alle tue capacità.Resta da capire,cari colleghi,cosa fare nel tempo libero.Propongo il Giornalismo.Si potrà collaborare a più giornali,scrivere editoriali,condurre delle trasmissioni alla radio,e attenzione, passione antica,fare un talk-show. Costanzo è avvisato.

(Francesco Sala, regista)

*** 57

Davvero non so cosa dire, è incredibile! Ci sono in giro giovani
bravissimi ovunque che vogliono fare gli attori e vogliono lavorare in
teatro e non vogliono fare la televisione (quella di oggi...dei Costanzo
e dei suoi "Amici" per esempio). Giovani e meno giovani - il
sottoscritto è uno dei "meno giovani" - che cercano di vivere di teatro
- e solo si volesse oggi il teatro e tutto quello che gli sta attorno
potrebbe dare molti posti di lavoro....se solo lo si volesse! - Giovani
e meno giovani che vogliono lavorare (ripeto: lavorare non giocare!) con
il teatro e saranno contenti di pagare i contributi e le tasse ed essere
onesti verso se stessi prima (il teatro esige estrema onestà) e verso
gli altri, in questa Italia che si è dimenticata per legge la parola
onestà. E' la parola onestà che dobbiamo cancellare dal vocabolario,
questo forse! (Pasolini, perdoni la bocca che lo cita a sproposito!)


(Pino Costalunga, Glossateatro)


*** 58

Desidero aggiungere la mia firma alla lettera di risposta alle canagliate del signor Costanzo.

( Paolo Magelli)


*** 59


Vivo sul palcoscenico dal 1967. Sono passati 40 anni. E ancora amo il mio mestiere.

Ho girato l’Italia in lungo e in largo.

Ho recitato in tutti i teatri Italiani delle grandi città, delle piccole città, dei piccoli paesi, a volte solo dei piccoli borghi.

D’estate e d’inverno. Al caldo e al freddo.

In teatri meravigliosi emozionanti al solo entrarci o nei buchi pieni di polvere e sporco con spifferi e gelo.

Sono un attore italiano, vale a dire non stanziale, anche se ho lavorato e lavoro nei e con i teatri Stabili. Ma L’Italia è fatta così, siamo noi che dobbiamo girare, essere dei girovaghi portatori di “cultura”, come postini andando nelle città e nelle varie regioni, siamo noi attori- tecnici-operatori, che portiamo da sempre il pensiero di un poeta nelle regioni Italiane.

Siamo noi PROFESSIONISTI, che abbiamo imparatoi il mestiere con la passione, l’amore e l’umiltà che un artista del teatro deve avere al servizio di una comunità sociale. Questo siamo noi.Questo è il nostro fare.

Non basta la popolarità per organizzare e chiedere fondi pubblici per fare le tourné di intrattenimento, con giovani amatoriali.

Un Ministro della cultura ha il dovere di informarsi, di ascoltare i VERI esperti del teatro, che non sono i teorici, ma quelli che giorno dopo giorno hanno lavorato e continuano a lavorare sulle tavole del palcoscenico, sullo SPAZIO scenico che gli amatoriali forse non sanno bene cosa vuol dire….

Ancora oggi mi chiedono se è vero che vado in scena tutti i giorni e se in ogni città faccio la stessa commedia, come se noi avessimo il repertorio che avevano i nostri padri che nelle stessa città recitavano solo qualche sera e dovevano necessariamente cambiare repertorio. Per questo c’era il suggeritore che anche il pubblico sentiva.

In Inghilterra gli spettacoli stanno fermi nello stesso teatro per anni con scene magnifiche con attori PROFESSIONISTI, che a volte si alternano.

Per questo Strelher soffriva a portare i suoi spettacoli in tourné, perché perdevano di poesia. Cambiava LO SPAZIO CREATIVO.

La scuola di teatro è il palcoscenico e bisogna viverlo da giovani affiancando gli attori più esperti, per imparare. Gli amatoriali, sono appassionati (ma fanno un altro mestiere per vivere), a volte con dei talenti, ma è la continuità che forgia l’attore professionista. E un bravo attore amatoriale se entra in una compagine professionale capirà che esiste una ricerca, uno stile, uno studio letterario, psicologico, estetico…ecc… che fa di un gruppo, di una compagnia, la cifra, la qualità del prodotto. E dato che non ci sono fondi sufficienti per la cultura noi ci sentiamo come dei missionari della cultura.

La politica è troppo distratta, e non conosce la nostre realtà. Per questo dico al Ministro consultateci prima di prendere delle decisioni e forse qualche cosa di culturalmente utile per il nostro Paese si potrà fare.


(Carlo Simoni, attore)




*** 60

Purtroppo la politica Costanzo/De Filippi non è un semplice caso di entertainement: è una precisa riforma totalizzante all'amatriciana.

Mi raccontano che tra le migliaia di ragazzine che assediano i provini della De Filippi ci sono quelle che si abbarbicano ai buttafuori per essere comunque introdotte a corte. Anche RAI Radio 3 si è occupata di questo mondo tribale, (mafioso, dico io), autoreferenziale che circonda quel grande fratello mediatico.

La nostra generazione si è cibata di Streheler, Costa, Missiroli, Ronconi, ecc. e di un sistema culturale teatrale organizzato nei sui fondamentali: cultura, professionalità, difese sindacali a protezione di una categoria di persone che volevano fare "quello" come scelta di vita: si è tutto frantumato nel giro di pochi anni.

Ci saranno anche delle colpe nostre, non lo nego.

Intanto nel mio buonismo, ho pensato che i nuovi barbari (le piccole compagnie che si formano a livello locale) avrebbero rinsanguato il nostro "vecchio" mondo. Purtroppo, il più delle volte (come è stato rimarcato da altri colleghi) hanno soldi (pubblici), molta spocchia ma (il più delle volte) mancano dei fondamentali: perché si può legittimamente fare il ragioniere (con rispetto) di giorno e l'attore la sera: ma allora è un'altra cosa...

Coraggio, se dobbiamo arrenderci almeno non alziamo la bandiera bianca.

(Italo Dall'Orto e Elena Mannini)




*** 61


Costanzo ha in mano anche il Teatro di Latina!!! E il conflitto di interessi?


( Silvia Luzzi bis, attrice)






*** 62



… non sono d'accordo quando si dice che il teatro amatoriale svilisce il Teatro con la T maiuscola.
Io, che ho il mio bel diploma all'Accademia Nazionale D'Arte Drammatica "Silvio D'Amico", lavoro da vent'anni con i disarmanti alti e bassi che tutti conoscete, vengo dal teatro amatoriale, il glorioso gruppo TE.MA. di Macerata, e tanto, tantissimo ho imparato da loro in termini di etica e di sacrificio. Con loro ho girato l'Italia prima di farlo con le tourneè dei vari Castri, Sepe, Cobelli e con loro ho partecipato al Festival Mondiale del Teatro Amatoriale di Montecarlo nell'89 vincendo la competizione.
Ora, è chiaro che il limite del teatro amatoriale sta proprio nel suo nome: amatore, non professionista.
…Però spesso ho visto spettacoli amatoriali di gran luuuuuuunga qualitativamente superiori a certo spettacoli di professionisti incensati e premiati.
Dunque il veicolo del teatro amatoriale è importante, non sempre ad alto livello, a volte svilisce, ma più spesso è un ottimo luogo di aggregazione e sano divertimento.
Il problema sorge quando uno come Maurizio Costanzo, che la gente sta ad ascoltare, lo usa come paradigma per stabilire cosa è giusto fare o non fare col teatro, gli attori, la lingua, il dialetto eccetera.
…Il professionismo Costanzo non lo conosce, ecco perchè parla così.
Perchè il mondo del professionismo teatrale è SCONOSCIUTO A QUASI TUTTI.
Perchè non è rappresentato dal punto di vista sindacale, perchè gli attori non si uniscono, non si accorpano sotto un'idea e non combattono.
E' una delle categorie più vigliacche che esistano. Non vi offendete, mi ci metto io per prima, che per Costanzo ho fatto via web un ciclo di lezioni di dizione e HO POTUTO TOCCARE CON MANO L'IGNORANZA DI TUTTO IL SUO ENTOURAGE. IGNORANZA VERA. NON CONOSCONO PROPRIO LA MATERIA. IL QUALUNQUISMO è IMPERANTE E ARROGANTE.
…E pensare che lui ha scritto per il teatro. Ma evidentemente non ci va.
CHE POSSIAMO FARE?
Riunirci, manifestare, chiudere i teatri, bloccare festivals e rassegne, come in Francia. Dov'è la nostra Avignone? Andiamo. AGIAMO. Non ci chiamiamo ATTORI?
Senza paura, con coraggio e coscienza. Perchè se non riusciremo a fare molto per noi, possiamo farlo per chi viene dopo di noi. Suona retorico, ma anche questa è etica.
RESISTERE RESISTERE RESISTERE!!!
P.S. Mi piacerebbe tanto vedere qualche firma illustre tra i commenti, i vari emergenti del cosiddetto rinato cinema italiano, quelli già emersi, quelli che vincono i premi, quelli che "ho cominciato per caso", quelli che "il mio cognome non mi ha assolutamente avvantaggiato". Emergete anche qua, che il mare è uguale per tutti. E quando comincia a sentirsi puzza di m... non si salva più nessuno.


(Sonia Barbadoro, attrice)






*** 63


Grande tristezza per un ulteriore conferma che professionalità e merito in
questo paese sono sempre più scelte bizzarre ed incomprensibili.Gli attori
che fanno teatro, regolarmente, me compreso, sono tanti. Io ho la fortuna di
fare anche fiction con grande difficoltà, ma con la serenità di dover
ringraziare solo la mia tigna e la mia pazienza. Massimo rispetto per una
categoria che fa questo lavoro con sempre meno garanzie, sicurezze e
gratificazioni, umiliata e offesa da istituzioni, politicanti e pseudo addetti
ai lavori.Che non cali la rabbia e la determinazione.


(Blas Roca Rey ,attore )








*** 64


Credo che una notizia del genere si commenti da sola.
Cerchiamo un modo, una volta tanto, di non essere tante gocce e di formare
un oceano: programmiamo l’occupazione in massa del teatro parioli, ad
esempio. Ma tutti da tutta italia.


(Giuseppe Cutino, compagnia M'Arte, Palermo)






*** 65


Per esprimere il mio dolore riguardo la situazione che stiamo vivendo non basterebbero pagine e pagine, praticamente una vita fatta di sacrifici, a volte umiliazioni, delusioni...
Penso che ognuno di noi, coinvolto sia fisicamente che emotivamente, potrebbe scrivere un libro o realizzare un film sulle tante frustrazioni e angosce che comporta la scelta di fare questo mestiere.
Non mi sono mai persa d'animo nonostante tutto e quello che sta accadendo riguarda un problema che l'Italia sta vivendo in generale: una deriva culturale, politica , etica che viene da lontano...purtroppo.
Penso comunque sia inutile lamentarsi, dovremmo essere sempre pronti a rimboccarci le maniche e andare avanti nel perseguimento degli ideali in cui crediamo; è difficile, lo so, molto faticoso, spero di dare un piccolo-grande? contributo occupandomi di formazione e attività didattiche nelle Scuole ( laboratori teatrali, promozione della lettura ed educazione ambientale......ma vorrei fare anche l'ATTRICE in altri settori.....)
I bambini di oggi sono il futuro, è bene investire su di loro.

( Francesca Spurio attrice)

*** 66

Non dobbiamo lasciarci sopraffare da tutto questo. Le parole di
Costanzo sono aberranti. Un’offesa verso gli anni di sacrificio che
tutti noi abbiamo affrontato e continuiamo ad affrontare con gioia e,
oserei dire , DEDIZIONE.
E tutto questo continuiamo a farlo da PROFESSIONISTI ,lottando ognuno
a modo suo perchè la propria professionalità , la propria scelta di
vita,venga rispettata e trattata dignitosamente.
E' vero , è sempre più difficile , e sembra che al peggio non venga
mai posta fine , e soprattutto guardo ormai da tempo con sdegno e
con angoscia la scalata al monopolio di alcune istituzioni teatrali e
culturali che sta tentando di percorrere il signor Costanzo. Quello
che io penso è che è vergognoso che teatri di rilievo nella vita di
una città come Roma e manifestazioni come il Festival di Todi vengano
messe nelle mani di persone come lui, e trovo tutto quello che ha
detto a dir poco offensivo per tutti noi.
Forse un modo per contrastare tutto questo è quello di unire
maggiormente le forze.....e un nemico comune , unisce sempre un pò di
più.

(Marta Paglioni, attrice)


*** 67

Le parole di indignazione oramai sono esaurite per tutto ciò che accade nel nostro paese.
Noto però spiacevolmente che la fonte dei dissidi non si secca mai...
Siamo all’ulteriore beffa che questo potere, devo dire con dispiacere grande, di destra o sinistra che sia, si fa di una categoria meritevole di gran rispetto, come quella degli Attori italiani.
Mi associo alle parole di critica e commento già esternate, aspetto solo una grande unica manifestazione in cui possano unirsi attori dal forte potere contrattuale, ad attori più facilmente attaccabili e sottoposti al ricatto di un dignitoso contratto di lavoro.
Dove sono i favolosi anni 60/70, in cui si poteva vedere (io l’ho fatto solo attraverso le foto di una bellissima mostra esposta al teatro Valle quest’inverno),Gian Maria Volontè marciare sotto striscioni di protesta sindacale, fianco a fianco con colleghi meno “famosi”?
Ecco, questo auspico, veramente e sinceramente, per poter in coro o singolarmente affermare la dignità di un’arte uccisa proprio da coloro che oggi pronunciano parole ipocrite, false, soprattutto non sostenute da valide documentazioni.
Chi parla e santifica è proprio chi ha contribuito all’inquinamento di un grande mestiere.
Chi parla e “bestemmia”, pronunciando nomi di illuminati e quasi “santi”, (la sua vita è in tutto paragonabile a quella di un martire, credo religioso a parte), come quello di Pier Paolo Pasolini, è proprio colui che più di ogni altro ha contribuito al massacro linguistico e qualitativo di questa nostra povera patria.
Chi parla ed esprime giudizi e sentenze definitive è proprio chi non conosce affatto, nel particolare, gli sforzi di tante donne, tanti padri di famiglia, tanti uomini che per passione è proprio il caso di dire, affrontano mesi di alberghi, teatri freddi, treni in ritardo, ristoranti di scarsa qualità, serate in cui per l’orario tardo si è costretti a saltare la cena, giorni e giorni di lontananza da affetti e amori e figli e altro, tutto questo per una diaria ed una paga che le persone come lui non hanno neppure la minima capacità di immaginare.
Insomma oltre il danno di uno strapotere televisivo di bassa lega, anche la beffa di un’analisi sullo stato di cose esistenti nel teatro, senza alcun fondamento reale, se non un’infilata di luoghi comuni, anche stupidi e faziosi, se mi è permesso dirlo.
Non ho assolutamente nulla contro la categoria degli amateurs, né attacco gli alti profitti degli attori televisivi (bisogna sempre capirli poi questi alti profitti, ho fatto e spero di continuare a fare l’attore televisivo, francamente non ho nessun mutuo avviato dopo ciò...), ma inviterei il signor Costanzo ad abbandonare il suo sgabello dall’alto di una posizione privilegiata, lo inviterei a camminare a piedi attraverso il frastagliato sentiero del lavoro dell’attore oggi in Italia.
Forse dimagrirebbe anche un po’, la cosa non gli nuocerebbe affatto...
Per chiudere, è notizia di oggi che il signor Costanzo ha ceduto la sua quota azionaria della società di produzione televisiva Fascino, valutata in svariati milioni di euro, alla sua consorte Maria De Filippi, che di sicuro donerà nuova linfa e nuova qualità ai prodotti televisivi che portano la sua firma.
Che Iddio illumini ed aiuti la nostra fatica, viva la Repubblica viva l’Italia.


(Antonello Cossia, attore)


*** 68


… ho quasi 26 anni e faccio l'attore… Ho avuto alcune esperienze lavorative da professionista nel teatro e qualcuna in televisione, e poi ho deciso di fare una "scuola seria" e sono entrato al Centro Sperimentale di Cinematografia dove mi sono recentemente diplomato in recitazione.
Quanto detto da Costanzo, espressione evidente di un foltissimo e determinante gruppo di potere che ci governa (anche quando non è al governo), mi offende, mi rattrista e mi avvilisce. Così è per la stragrande maggioranza dei miei giovani colleghi, molti dei quali iniziano a cercare soluzioni alternative all'estero o valutano l'idea di rinunciare al lavoro che sanno fare, che hanno scelto e per il quale hanno duramente studiato. Ma, forse perché sono giovane e incosciente, credo che sia necessario, soprattutto da parte delle nuove generazioni, cercare di avere tutte le informazioni possibili sulla realtà del mondo che le attende, e creare davvero un sistema alternativo e indipendente dalle scelte politiche, che ne riunisca in un movimento, una corrente, un manifesto o quel che sia, le forze, le competenze distintive, i talenti, la passione, e gli dia una voce forte e chiara.
Non voglio essere costretto ad andarmene dal mio Paese, non voglio fare un altro lavoro perché è questo quello che voglio fare e so fare (a volte meglio, a volte peggio, come per ogni mestiere, come scrivevano in un intervento).
E' necessario per la dignità e la sopravvivenza stessa del nostro Paese che, in tutti i settori, vengano date delle REALI possibilità e opportunità ai GIOVANI e allo stesso tempo vengano riconosciute e valorizzate la PROFESSIONALITA' e l'ESPERIENZA di chi svolge con perizia, dignità e passione il proprio lavoro da decenni.

Venerdi 11 luglio alle ore 19.30, presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, riceverò ufficialmente il mio sudato diploma proprio dalle mani del Ministro Bondi che ha voluto Costanzo come consulente: forse siamo di fronte a un nuovo "paradosso dell'attore". Mi hanno insegnato (non loro direttamente per fortuna) a pedalare, e ora cercano in tutti i modi di togliermi la bicicletta, senza darmi nemmeno la possibilità di iniziare la gara.

Spero che possiate, come associazione, essere presenti alla cerimonia di consegna dei diplomi; potreste avere un'occasione per consegnare (anche dalle mie mani se volete) un po' del materiale raccolto direttamente al Ministro. Anche quando gli interlocutori sembrano avere le sembianze di un muro, il dialogo e la perseveranza restano forse le armi più efficaci.


(Riccardo Sinibaldi, attore)


*** 69

Vorrei invitare il signor Costanzo ai giardini della filarmonica il 18 luglio, a vedere uno spettacolo che si chiama "dignità autonome di prostituzione", che proprio di tutela dell'attore parla; e magari a fare due chiacchiere con il suo regista, o con uno dei quasi quaranta attori/prostitute che ne fanno parte, potrebbe farsi un'idea diversa del significato di "vera passione" e forse potrebbe riflettere sull'importanza della professionalità, quando è unita al cuore.



Sono una Brava Attrice di 46 anni e lavoro da professionista da 24 e amo il mio lavoro. (Non mi soffermo sui "sacrifici pazzeschi")

Mi è capitato, raramente, di fare qualcosina in una fiction, che in effetti paga bene, ma la gran parte del mio impegno, del mio tempo e del mio entusiasmo li metto nel teatro; lavorando per il quale capita, ahimè, anche di essere pagati molto poco, o solo in parte, o non per le prove...



..perché per il teatro NON CI SONO SOLDI.



E questo è il punto. Inneggiare all'amatoriale (che non prevede ovviamente un compenso alla sua arte), mi pare una buona -patetica- mossa per poi presentare stagioni e festival a costo ridotto.

Quindi eliminiamo pure la figura professionale dell'attore di teatro, non serve più.



Ma gli attori da sempre sono abituati ad arrangiarsi, hanno dovuto sviluppare furbizia da mariuoli e grande forza d'animo, per cavarsela e continuare a vivere della loro passione; per cui mi vien da dire a chi ci vuole morti:



NON CE LA FARETE! NOI SOPRAVVIVEREMO.



..forse..



(Paola Sambo, attrice)





*** 70


In quali mani è finita l’Italia? Non che prima il teatro, la musica, la
danza, l’arte e la cultura più in generale fossero in cima all’agenda di
politici ed amministratori, nemmeno era facile trovare nei palazzi solide
competenze culturali e curiosità intellettuali, però non si era ancora
sentito uno sproloquio simile. Sopravviveva il pudore di nominare personaggi
che, quanto meno, offrivano qualche garanzia di competenza o di
riservatezza. Oggi siamo al sovversivismo degli ignoranti.

Il nuovo consigliere del ministro dei Beni e delle Attività culturali
Maurizio Costanzo accetta la nomina specificando di volersi però occupare di
arte povera. Poi, non contento, si auto proclama erede diretto niente meno
che di Pasolini nella difesa dei dialetti, probabilmente suggestionato dalla
previsione del poeta di Casarsa: “ Verrà qualcun altro a prendere la mia
bandiera”.

Infine bacchetta gli attori ma, è sottinteso, anche i musicisti e tutti gli
artisti professionisti pigri e ben pagati, per farsi alfiere della passione
degli amateurs che si esprime disinteressata nelle compagnie filodrammatiche
di quartiere e nelle bande di paese. Sulla scia del peggior populismo è
convinto di riscoprire nella genuinità popolare le radici di un nuovo
rinascimento italiano a costo zero.

Bell’esordio per un consigliere del ministro delle attività culturali,
soprattutto quanto a competenza. Costanzo parla di arte povera, che è un
movimento artistico nato in Italia negli anni ’60 ma fa confusione,
probabilmente si riferisce all’arte popolare seppellita dall’avvento dell’industria
culturale negli stessi anni, fenomeno che proprio Pasolini vide per primo e
criticò con lucida angoscia. Insomma, non c’è che dire, grande sfoggio di
cultura per l’esordio a palazzo del nostro conduttore televisivo.

Non si capisce bene se faccia la parte dell’utile idiota, visto che l’arte e
la cultura sono generi che non interessano proprio questo governo, non fanno
sufficiente fatturato, possono essere pericolosi, sono notoriamente in mano
ai comunisti ed ai “ricchioni” come Pasolini e, comunque, sono generi di
lusso ai quali il popolo preferisce il Costanzo show.

Il nostro fa anche il moralista sui presunti lauti guadagni degli artisti
italiani, proprio lui, che artista non è ma come conduttore televisivo non
si nutre propriamente di cicoria. A proposito degli artisti ben pagati
dovrebbe quanto meno leggersi con attenzione, visto l’incarico che ha
accettato, la Risoluzione del Parlamento europeo sullo statuto sociale degli
artisti del giugno 2007. Si renderà conto di aver detto un altro
strafalcione.

Quanto allo stile, poi, non c’è che dire, Costanzo non si smentisce, è
sempre politicamente corretto: se la pubblicità la chiama consigli per gli
acquisti, i tagli alla cultura li chiama riscoperta delle tradizioni
popolari.

Va di gran moda oggi parlare di popolo e, come in tutte le dittature che mal
sopportano i cosiddetti corpi intermedi, il potere ama rivolgersi
direttamente al popolo.

A proposito di arte povera e popolo voglio regalargli un passo di Pier Paolo
Pasolini, che il nostro ha avuto l’avventura di nominare:

"Prima tragedia: una educazione comune, obbligatoria e sbagliata che ci
spinge tutti dentro l'arena dell'avere a tutti i costi […] L'educazione
ricevuta è stata: avere, possedere, distruggere."
"Ho nostalgia della gente povera e vera che si batteva per abbattere il
padrone senza diventare quel padrone. Poiché erano esclusi da tutto, nessuno
li aveva colonizzati."
"Il potere è un sistema di educazione che ci divide in soggiogati e
soggiogatori. Ma attento. Uno stesso sistema educativo che ci forma tutti,
dalle cosiddette classi dirigenti, giù fino ai poveri. Ecco perché tutti
vogliono le stesse cose e si comportano nello stesso modo. Se ho tra le mani
un consiglio di amministrazione o una manovra in Borsa uso quella.
Altrimenti una spranga."

(Antonino Salerno, compositore, segr.gen. SIAM - SLC – CGIL, Sindacato Musicisti)




*** 71

La Costanza del Costanzo ad inchiodare
il bene al male, fa pensare...


Noi
che quelle tavole le solchiamo con le parole
abbiamo bisogno di persone
e non
di gente.
Abbiamo bisogno di sorprese!
la Direzione
di questo Teatro
quotidiano
che tutti facciamo non sorprende più
Certo ci vuole coraggio!

Clara Galante, persona



*** 72

Due giorni fa ho ricevuto un’ email con l'articolo di Rita Sala sul Messaggero .Mi sono indignato e ovviamente l'ho inoltrato a tutte le mie conoscenze. Ci vorrebbe un’azione concreta contro questa grande bugia.

… come si potrebbe fare per chiedere una legge con la quale anche in Italia, come in tutti i Paesi civili, si dia un sussidio economico agli attori disoccupati ? Agli attori che hanno anni di stimabile carriera alle spalle, documentabile, e che non riescono a lavorare?

Il merito, la professionalità e la bravura poco hanno a che fare con la continuità lavorativa, oggi piu' che mai. Il sussidio di disoccupazione lo percepisci solo se lavori per 78 giornate nell'anno precedente. Non esiste, invece, un sussidio che sostiene chi magari ha lavorato per 20 anni ma ora si trova in difficoltà.

In altri Paesi gli attori in difficoltà hanno diritto a un sussidio mensile. Perche', qui da noi, non deve essere concesso ? Riconosco di non avere un linguaggio politico e, quindi, di sembrare un po' "naif " nell'esposizione, ma credo di essermi fatto
intendere.

(Sebastiano Filocamo, attore)



*** 73

…Sono anni che la nostra professione (mi riferisco a quella dell'attore) è continuamente ed inesorabilmente minata da diversi fattori che ne hanno svuotato l'essenza e la capacità di essere motore centrale della vicenda teatrale.

Innanzitutto, partiamo dalle nostre colpe. L'asservimento della maggioranza al cosiddetto"teatro di regia" ha fatto si che alcuni colleghi non siano riconosciuti in quanto tali, ma come "attore di...". E l'orgasmo con cui ci si è affannati a farsi appioppare queste etichette erano presagio di uno svilimento della categoria.

Altra colpa è l'aver dimenticato il pubblico. I teatri sono vuoti, alcune volte, non perchè "la gente non ci va" come diceva Valentin, ma perchè il più delle volte è più importante che venga quel critico o quell'altro. Essere servi di qualcuno ha costituito una vocazione...addirittura un'esigenza.


Passiamo, però, a quant'altro è stato perpetrato alla nostra condizione. Ai fenomeni di cui sopra si aggiunga il precariato di compagnie e tournée. Quando ho iniziato io, le produzioni avevano un mercato tale, a partire dagli Enti Locali o dai circuiti pubblici e non, che avere una scrittura significava lavorare per sei o otto mesi. Oggi, se ti capita di firmare per un allestimento e qualche data è felicità e realizzazione. E, sappiamo benissimo che, per tutti noi, la fine di una scrittura significa cercarne un'altra o, come si usa dire, da qualche tempo a questa parte, "dedicarsi alle proprie cose".


La fiction televisiva ha dato un ulteriore scossone al già fragile impianto. La corsa ad accaparrarsi le 4 o 5 pose, nella migliore delle ipotesi ,per un non raccomandato, ha tolto tempo allo studio e alla dignità. Asservendoci, quindi, tutti, alla strategia politica dell'
abbassamento del livello culturale della Nazione.
I loschi figuri che si aggirano intorno a questo mestiere, poi, hanno completato la frittata. Non c'è da stupirsi della nomina di Costanzo da parte di un ministro del destra-destra. La sua figura si è sempre caratterizzata ambiguamente per connivenze e per un sistematico uso della televisione nella direzione del trash e dello svilimento della qualità.

Non dimentichiamoci la creazione di personaggi come Vittorio Sgarbi, della interminabile schiera di comici da saponetta e dell'Impero del male e della sua Musa. Una donna che arriva ad ammettere che il suo orgoglio sia quello di aver portato in televisione
e di aver fatto "emergere" (da dove?) anche delle persone senza talento.


Ed ecco che si chiude il cerchio. Il talento fa paura.
Chi vuole gestire deve arginare chi fa il proprio mestiere con talento. Il talento è incontrollabile, e, quindi, eversivo.
Meglio gli amatoriali, allora....che non danno problemi....talvolta...e che sono contenti solo se ricordàti...da Costanzo, poi.


Il riferimento a Pier Paolo Pasolini lo trovo blasfemo. Perché sono persone così colluse coi poteri forti che hanno deciso la morte del Poeta. E continuano a massacrarlo ancora oggi citandolo e ponendosi come suoi prosecutori.


Queste - e sicuramente tante altre - le cause che costituiscono la
vaghezza dei limiti della nostra professione e la CLANDESTINITA' che il
vero teatrante attraversa.
Ce ne sarebbe abbastanza per avviare una serie di studi e di proposte.
Fuori dai preconcetti, ma ribadendo la centralità del ruolo dell'attore
nella messinscena e nel tessuto politico...ripeto....politico del Paese.

Senza vittimismi, ma con una nuova determinazione e con una sorta di "epico disprezzo". Schierandosi contro tutte le mafie del nostro sistema produttivo...TUTTE... e cercando una nuova prospettiva culturale...o quanto meno...VITALE.

(Giovanni Moschella, attore)






*** 75



Evviva!

Condivido!

Viva Maurizio Costanzo!

Ma a una condizione:

oltre al teatro filodrammatico estendiamo tutto anche alla tv.


Viva il teatro filodrammatico

Viva la tv filotelevisiva


Estendiamolo anche alla sanità

medicina filosanitaria

alla politica

onorevoli filodemocratici


Filomagistratura

Filogiurisprudenza
Filopolizia
Filoveterinaria
Filoidraulica...


Un bel paese paese di dilettanti... Che bello...


(Angelo Longoni, regista, autore)










*** 76



Signor C.,


Le scrivo dalla Russia, dove passo la meta’ della mia vita di regista (professionale). Da emigrante di lusso, direi.

Dal 91 ho messo in scena 18 spettacoli nell’ex URSS. Un eldorado teatrale.

Pensi che qui ogni Teatro di Stato mette in scena 7 nuovi spettacoli l’anno, come minimo.

Pensi che qui su 100 sedie, a teatro ne rimangono in media vuote Pensi che qui ogni teatro ha un repertorio di 40/45 spettacoli. solo 4, ogni sera. Pensi che se uno spettacolo non funziona, qui lo buttano dopo poche repliche. Pensi che ogni citta’ di media grandezza ha 5 teatri, uno drammatico, uno lirico, uno per i ragazzi, uno delle marionette, uno dell’operetta. Una scandalosa eredità comunista.



E pensi che son dovuto venire qui per trovare una serena vita professionale, una paga onesta, il premio Oscar per il teatro. Nonostante sia un regista italiano.

I miei spettacoli sono in scena alcuni da 12, altri da 10 anni.

I Direttori di teatro mi cercano e dicono: sei un professionista.

A loro i professionisti, piacciono.

Pensi che per recitare è obbligatorio aver fatto una scuola professionale, altrimenti in palcoscenico non ti fanno nemmeno entrare.

D’altra parte, qui in Russia, se ti fa male un dente vai dal dentista e non da un venditore di dentifricio.


Una storia di successo, per ora, ma il mio talento (se ne ho) avrei voluto impiegarlo li’, in Italia.

E io sono fortunato. Se cerco di riflettere sul mondo e sulle cose, se racconto storie (che poi e’ questo il mio lavoro) ho chi mi dà i mezzi finanziari e umani.


Sono un emigrante fortunato: non dipendo da Lei per il mio percorso artistico.

Che sollievo, starsene qui in Russia!




Paolo Emilio Landi

Паоло Эмилио Ланди

(cittadino italiano ma regista russo)





*** 77


Sono la regista NON PROFESSIONISTA di una compagnia AMATORIALE che non ha nessuna intenzione di spendere soldi pubblici nelle
proprie autoprodotte esibizioni.

E che vorrebbe che il teatro professionale, con la sua vitalità e le sue emozioni, fosse rispettato e non avvilito, com'e', da
persone che, come lei, invece di supportare professionalita' e sacrificio danno spazio al trionfo della cialtronaggine, dell'improvvisazione (non quella altissima del grande Totò), dell’arida esibizione di ignoranti che si credono divi.
Il pubblico merita rispetto e, da spettatrice, non voglio proposte televisive a teatro. Voglio grandi distribuzioni per testi in continua ricerca,
voglio poter andare a teatro ed emozionarmi, in un continuo confronto con la realtà, anche fantastica.

Non voglio percepire depressione e avvilimento nell'esercizio di una professione che dovrebbe essere fiera e traino della Cultura (con la C maiuscola9).


(Giuditta Peliti, spettatrice di teatro e regista amatoriale)





*** 78



Quanta tristezza, che voglia di non esserci in questo incubo che è quel che rimane del sogno di un tempo! Il potere ha mostrato i suoi muscoli, la sua arroganza. Quasi sostituendosi a Dio ha sovvertito i valori delle cose, non si studia per vincere i concorsi nè i provini, non è il talento, la creatività, che ti servono per fare teatro, per dipingere, per occuparti d'arte, non è la passione politica che ti serve per fare politica, chi lo sa forse magari un bel faccino...

Caro Costanzo, sono sicuro che il suo potere le permetterà di trovare platee di leccaculi disposti a far finta di credere alla sua buona fede, alla lungimiranza delle sue idee, persino che lei sia il nuovo Pasolini, però caro Costanzo credo che lei non riuscirà mai a convincere se stesso.



(Calogero Buttà)






*** 79


E davvero troppo non si può sopportare di più ! Costanzo-Zelig non fa solo male a questo paese da innumerevoli anni con la sua tv spazzatura, ora ferisce la nostra categoria già massacrata dal girone infernale da lui stesso creato!!!!


(Marina Viro)








*** 80




Quello che stupisce delle sue dichiarazioni è la totale assenza di un benché minimo di preoccupazione o interesse per la drammatica situazione in cui si trova ormai da troppo tempo il teatro Italiano e la gente che in esso vi opera. Forse non le è nota ( ma farebbe bene ad informarsi al più presto ) l'insostenibile precarietà in cui vivono attori, tecnici e operatori del settore. Quello a cui lei pare molto interessato è questa sorta di “amarcord” personale fatto di sagre paesane e bande di paese della sua infanzia. Per riciclarcelo oggi ha tirato fuori , mi permetto di dirglielo, un'idea nemmeno tanto originale di “arte povera” ( che non so perché, più che al teatro mi fa pensare ai mobili di casa). Dott. Costanzo, giusto per intendersi, si tratta forse della strausata definizione di “cultura popolare”. Di questa “altra” cultura ne esiste traccia nel teatro italiano a partire da Ruzante per finire ai giorni nostri con Dario Fo. Un recupero serio iniziò alla fine degli anni “60”, fu proposto non da gruppi amatoriali, ma da professionisti convinti della ricchezza espressiva di cui era portatrice. Attori, musicisti, registi realizzarono spettacoli con grandi sacrifici personali, sottopagati e sbattuti da un capo all’altro del paese.

Dott. Costanzo, in tutta sincerità, lei con il suo ragionamento sugli attori professionisti, mi sembra un marziano appena atterrato sulla terra. Perché afferma: “ gli attori professionisti preferiscono fare le fiction piuttosto che il teatro….”, ancora una volta lei non è informato e non ha letto le intercettazioni telefoniche intercorse tra Berlusconi, Saccà e i produttori di fiction. Le fiction ( e la televisione in genere) la fanno pochi attori d'esperienza teatrale, ma tante, tante belle figliole e aspiranti attori che hanno trovato protettori in alto loco ( non uso la vituperata parola che ha usato Di Pietro per definire questi rapporti, per non suscitare nuovo scandalo). E’ prassi comune che i cast televisivi siano fatti dai dirigenti Rai, secondo le pressioni politiche che ricevono. Questa situazione è stata denunciata dagli stessi registi, stanchi di essere emarginati nel loro ruolo. Un caso per tutti: quello del regista Alberto Sironi.

Lei imperterrito afferma che gli attori preferiscono fare le fiction piuttosto che il teatro. Sono decenni che in televisione non riesci a lavorare più di due o tre giorni, quando capita, almeno che tu non sia raccomandato.

Mi scusi dott. Costanzo, dimenticavo che lei è un marziano e non conosce la parola “raccomandazione”.


Firmato: un’attrice cui hanno tolto la voglia di definirsi tale.


(Antonella Squadrito, attrice)





*** 81



Per favore, si batta anche per quella parte del Teatro italiano composta da attori come Umberto Orsini, Ugo Pagliai, Luca Lazzareschi, Pamela Villoresi, Leda Negroni, Massimo Popolizio, Roberto Herlitzka, Lucilla Morlacchi, Ferruccio Soleri, Luciano Virgilio, che molto raramente, anzi direi mai, appaiono nella fiction tv ma che non definirei attori amatoriali o tronisti. Abbiamo davvero bisogno di importanti sostenitori se ormai viene messa in dubbio addirittura la nostra esistenza fisica. Saluti.


( Massimo Reale, attore)



*** 82



Sottoscrivo in pieno, condivido e comprendo fortemente quanto da voi detto ed espresso con calore; sono, da parte mia, talmente costernata, avvilita, intristita, che mi mancano le parole, parole per esprimere il mio disgusto verso questo imperante modo di agire e pensare di cui Costanzo è uno dei maggiori rappresentanti, che ritroviamo pesantemente nel nostro settore, ma che, ahimè, dilaga un pò dovunque in Italia.

Ciò che più mi irrita è il fatto che il sig.C. "giochi" con la nostra professione, con la nostra storia, non inconsapevolmente, ma con grande sapienza mefistofelica.

Mi ricordo di una sua intervista diversi anni fa a Woody Allen, intervista che mi fece rabbrividire, non per le parole(poche) del sig.Allen, bensì per il modo e la prosopopea dell'intervistatore, il quale ebbe il coraggio di terminare il suo incontro col regista americano con una domanda(retorica) che esplicitava il suo pensiero nei confronti della "gente"(quella stessa che segue i suoi programmi),la domanda all'incirca era di questo genere: Sig. Allen il mondo è pieno di idioti ed ignoranti,io ne vedo continuamente intorno a me,come si confronta lei ,nel quotidiano, nel suo lavoro, con questa ignoranza, sapendo di non poter essere spesso compreso e capito fino in fondo ?

Ecco il personaggio, disprezza, sfrutta, e guarda con superiorità le persone per le quali produce e propone programmi di basso profilo e cerca di avvilire e "uccidere" chi, come i professionisti di teatro, tenta, a fatica, di proporre ancora qualcosa lontano dal frequente chiacchiericcio e pettegolezzo televisivo, chi cerca con il duro lavoro di una vita di proporre una riflessione sul mondo, sia essa fatta attraverso una commedia che attraverso un dramma.Un professionista dedica tutta la vita a ricercare testi, a pensare a come e perchè farli, si espone in prima persona,anche e soprattutto economicamente parlando visto i sacrifici che comporta fare teatro a tempo pieno, affinchè uno spettacolo possa divertire, commuovere, appassionare, smuovere, far riflettere, far sognare il pubblico......da ciò dipende il senso del fare teatro, questa è una delle sue funzioni.Allora perchè frustrare ancora di più il nostro lavoro, valorizzando chi lo fa come passatempo?Abbiamo bisogno di denaro da investire nel nostro settore, di serietà, professionalità ed onestà,non abbiamo bisogno dei consigli e dei pareri del sig.Costanzo, che fa finta di vivere dentro la grande scatola magica della televisione, in mezzo ai concorrenti di Amici, della Corrida e di Buona Domenca!!

Facciamo qualcosa vi prego per opporci ALMENO a tutto questo schifo.

(Alessandra Fallucchi, attrice)






Teatro Italiano